Florovivaismo in Puglia perde 15% produzione in 10 anni

Sta pagando a caro prezzo gli effetti della Xylella il settore florovivaistico in Puglia, che perde in volume il 15% della produzione nel decennio

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Sta pagando a caro prezzo gli effetti della Xylella il settore florovivaistico in Puglia, che perde in volume il 15% della produzione nel decennio 2014-2023 a causa delle restrizioni in termini di movimentazione, export e produzione stessa e della lista delle piante ospiti che continua ad allungarsi. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base del rapporto 2024 dell’Ismea sul florovivaismo Made in Italy: il settore in Puglia rappresenta il 3% della produzione agricola, ma sta perdendo terreno, pur realizzando quasi 200 milioni di euro di produzione l’anno, oltre il 5% della produzione florovivaistica nazionale e l’8% di quella vivaistica del Paese.pugliesi.Continua infatti ad allungarsi l’elenco delle specie di piante che hanno l’obbligo di inserire il codice di tracciabilità nei passaporti delle piante, la cui applicazione è stata fissata dal primo luglio 2025 per le specie Lavandula angustifolia, Lavandula x intermedia, Lavandula latifolia, Lavandula stoechas e Salvia rosmarinus.Gravi i danni d’immagine e sull’export di prodotti florovivaistici causati dalla Xylella fastidiosa, “spesso usata come scusa per bloccare ingiustificatamente fiori e piante in vaso Made in Italy”, insiste Coldiretti Puglia. Le esportazioni di prodotti pugliesi sono colpite spesso da blocchi e misure restrittive “giustificati ufficialmente dal rischio della diffusione di malattie e parassiti delle piante ma che non trovano spesso riscontro nella realtà e coprono invece politiche protezionistiche”.

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