Puglia, scuole troppo «vecchie»: oltre il 70% è senza agibilità

L’ultima tragedia sfiorata risale solo a qualche giorno fa quando, nella scuola secondaria di 1° grado «G.Laterza» di Bari, un ragazzino di 12 ann

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L’ultima tragedia sfiorata risale solo a qualche giorno fa quando, nella scuola secondaria di 1° grado «G.Laterza» di Bari, un ragazzino di 12 anni ha riportato un ematoma dopo essere stato colpito alla testa da un pezzo di marmo staccatosi dal muro di uno dei bagni. A maggio, nella scuola elementare barese «Marco Polo» a Palese cedette una parte del controsoffitto in cartongesso al piano terra, per fortuna non in orario scolastico. Il 19 aprile, invece, paura all’interno dell’Istituto comprensivo «Chionna» di Lizzano nel Tarantino: anche in quel caso crollò parte del soffitto. Sono questi soltanto alcuni degli ultimi «cedimenti» verificatisi in Puglia, dall’inizio dell’anno, all’interno delle scuole.

Ma, in realtà, a livello nazionale, da settembre 2023 sono stati 69 i crolli che hanno interessato le scuole, numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni: di questi 28 si sono verificati nelle regioni del Sud e nelle Isole, così come in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%). In molti casi eventi preannunciati da segnali visibili ma sottovalutati.

Analizzando poi i dati regionali pubblicati nell’ultimo rapporto di CittadinanzAttiva (l’organizzazione che promuove a livello nazionale l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza), è evidente che la Puglia non sta messa bene in termini di sicurezza degli edifici scolastici.

Su 2.432 scuole pugliesi statali (sono 40.133 in Italia) solo il 29% possiede il certificato di agibilità (il 37% a livello nazionale), il 27% ha quello di prevenzione incendi (33% in Italia). I dati fanno riferimento al 2022, ultimi resi disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica.

In merito allo stato manutentivo degli edifici, circa il 64% dei 361 docenti intervistati da Cittadinanzattiva rileva la presenza di fenomeni dovuti alla inadeguata o assente manutenzione, prime fra tutte infiltrazioni di acqua (40,1%), distacchi di intonaco (38,7%), tracce di umidità (38,2%). La metà degli intervistati (50,8%) ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza e ha riscontrato un intervento a seguito della propria segnalazione. Riguardo alle prove di emergenza ben il 92% dichiara di aver partecipato mentre l’8% sostiene che non siano state effettuate. In prevalenza le prove hanno riguardato l’incendio (79%) e il rischio sismico (70%), mentre l’alluvione ed il rischio vulcanico restano fanalino di coda (rispettivamente 5% e 1%), nonostante la frequenza crescente dei fenomeni disastrosi provocati dalle alluvioni e dal cambiamento climatico.

Su quanto è accaduto l’altro giorno nella scuola barese, è intervenuto anche Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia.

«Per fortuna a Bari si è solo sfiorata la tragedia – ha commentato il sindacalista – ma simili accadimenti sono purtroppo ormai all’ordine del giorno in Puglia e non potrebbe essere altrimenti visto lo stato delle strutture scolastiche nella nostra regione».

«In Puglia, secondo gli ultimi dati in nostro possesso, meno della metà degli istituti sono in possesso del certificato di agibilità e molte strutture risalgono al primo decennio del secolo scorso, con una manutenzione pressoché assente. Davvero così si vuole garantire la sicurezza dei lavoratori della scuola e di centinaia di migliaia di studenti?»

Negli ultimi anni, a parte il Pnrr che ancora non ha dato tutti i suoi frutti, i fondi per la messa in sicurezza delle scuole non sono stati rifinanziati in misura adeguata e le casse degli Enti locali sono spesso sempre più povere, anche solo per gli interventi di manutenzione ordinaria, o per le indispensabili indagini diagnostiche di soffitti e solai. In Puglia sono stati spesi poco più di 200 milioni (quasi 3 miliardi a livello nazionale).

«La politica non perde occasione per esprimere solidarietà e per lanciarsi in proclami, intanto la sicurezza sul lavoro, anche in un luogo come la scuola dove quotidianamente si recano giovani e giovanissimi cittadini, è una chimera», aggiunge Gianni Verga.

«In altri Paesi scuola è sinonimo di futuro, qui in Italia e soprattutto al Sud è invece sinonimo di insicurezza, incertezza e precariato. È il momento di dire basta alla politica dei tagli: la scuola torni ad essere una priorità per le istituzioni».

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