Minori maltrattati in Puglia, alto tasso di rischio nella regione: “Necessario potenziare i servizi a tutela dell’infanzia”

Non è facile essere bambini nel sud Italia e la Puglia è una delle Regioni che presenta i maggiori rischi. È quanto emerge dall’Indice regionale s

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Non è facile essere bambini nel sud Italia e la Puglia è una delle Regioni che presenta i maggiori rischi. È quanto emerge dall’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, realizzato da Fondazione CESVI e presentato ieri a Bari: al centro dell’incontro la situazione della Regione Puglia, con interventi che, a partire dall’analisi dei bisogni del territorio, hanno evidenziato la necessità di potenziare i servizi a tutela dell’infanzia, attraverso un modello integrato che prevenga e contrasti il fenomeno del maltrattamento sui minori.

Nel corso dell’evento, organizzato in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II, partner storico per CESVI a Bari, e il Garante dei diritti del minore della Regione Puglia, ospitato nella Sala Consiliare della Regione Puglia , sono intervenuti Stefano Piziali, Direttore Generale di CESVI; Orazio Nobile, Direttore Fondazione Giovanni Paolo II e Presidente ACSEMI; Ludovico Abbaticchio, Garante dei diritti del minore; Loredana Capone, Presidente del Consiglio Regionale e Caterina Balenzano, dell’Università degli Studi di Bari; Valentina Romano, Direttore del Dipartimento Welfare della Regione Puglia; Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia; oltre ai Presidenti dei Tribunali per i minorenni della regione.

Fondazione CESVI ha presentato, in particolare, un approfondimento sulla situazione pugliese: il report stila una graduatoria delle Regioni italiane in relazione alla prevenzione e alla risposta al maltrattamento all’infanzia e per la Puglia emergono alcuni dati promettenti. La Regione, infatti, pur risultando tra le realtà italiane in cui i minori sono sottoposti a maggiori rischi (al terzultimo posto seguita da Campania e Sicilia), è contemporaneamente una delle Regioni dove sono evidenti gli sforzi in termini di creazione di reti interistituzionali che mettono in collegamento i servizi di protezione e tutela per migliorarne l’efficacia.

La Puglia è dunque una Regione a “elevata potenzialità” nel contrastare il fenomeno del maltrattamento in Italia, ossia un territorio dove i servizi offerti alle famiglie risultano importanti.

In riferimento all’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia di CESVI, il Garante dei Minori di Puglia, Ludovico Abbaticchio, ha dichiarato: “Il maltrattamento infantile può portare spesso conseguenze devastanti, sia sul piano fisico che su quello psicologico ed emotivo, tanto per i bambini, quanto per gli adolescenti. Sotto la lente di ingrandimento finisce non solo la vittima, ma anche l’autore della violenza. La violenza nei confronti dei minori spesso viene minimizzata a livello istituzionale e massmediatico. Se si caratterizza a livello familiare, corre il rischio di sembrare invisibile. Le istituzioni, che nel Mezzogiorno pagano un dazio pesante a livello di impegno e di ritardo, anche se la Puglia ha fatto numerosi passi in avanti, hanno il dovere di anticipare le ricadute e di prevenire l’insorgenza di un fenomeno proteiforme”.

“Nel caso della Puglia abbiamo rilevato un miglioramento progressivo fino al 2019, ma dal primo anno della pandemia la situazione è peggiorata, vedendo un aumento dei fattori di rischio. In contemporanea, tuttavia, si sono evidenziati alcuni miglioramenti nei servizi offerti, che rendono la Regione con un potenziale molto alto sul tema del contrasto al fenomeno”, ha spiegato Stefano Piziali, Direttore Generale di Fondazione CESVI, che, alla luce del quadro emerso dal documento, ha realizzato un approfondimento specifico sulla Regione Puglia, in modo da rendere i progetti dell’organizzazione sul territorio sempre più attinenti alle specifiche necessità. “In questo quadro, la collaborazione con le Istituzioni e con la rete territoriale è fondamentale. Per questo, ringraziamo la Regione Puglia e il Garante dei diritti del minore per l’impegno nel trovare insieme strategie efficaci per rispondere alle esigenze dei minori e delle loro famiglie”.

Tendenza che viene confermata anche dalla ricerca ‘Dalle criticità della rete alle raccomandazioni per un modello integrato’, commissionata all’Università di Bari all’interno del progetto ‘TenerAmente’ di CESVI, in partenariato con la Fondazione Giovanni Paolo II. Il progetto è stato selezionato e finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dedicato ai bambini dai 0 ai 6 anni e mirato a promuovere il benessere dei minori e delle famiglie vulnerabili.

La ricerca analizza nello specifico il funzionamento reale e possibile della rete di prevenzione, protezione e presa in carico nel contesto della città metropolitana di Bari. “Bari rappresenta un esempio virtuoso: negli ultimi anni, la città ha fatto grandi passi avanti nella prevenzione e nella cura dei minori – ha sottolineato Caterina Balenzano dell’Università di Bari – Ciò è stato possibile grazie a un lavoro sinergico, che ha portato a un modello interdisciplinare di presa in carico e supporto dei minori a rischio”.

Dalla ricerca, inoltre, emerge che a Bari cinque équipe socio-educative del Comune, il Segretariato Sociale e il Servizio di Pronto Intervento Sociale (PIS) operano congiuntamente per assicurare un percorso operativo tra la segnalazione del rischio di maltrattamento fino alla presa in carico e cura del minore. Altrettanto significativa è la funzione del Pronto Intervento Minori (PIM), un’unità interistituzionale nata nell’ambito del protocollo d’intesa tra l’assessorato al Welfare e la Procura presso il Tribunale per i minorenni.

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