Puglia, in Consiglio regionale arriva l’Omnibus: al voto le «mance» chieste dalla maggioranza

«È chiaro che quando il M5s dice che si è aperta una ferita con Iv, che viene messa in un campo largo che non esiste più - lo certifichiamo adesso

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«È chiaro che quando il M5s dice che si è aperta una ferita con Iv, che viene messa in un campo largo che non esiste più – lo certifichiamo adesso – e la risposta della Schlein è: “io non faccio polemiche”, allora c’è qualcosa che non va. Non c’è la consapevolezza nel gruppo dirigente del Pd che c’è un problema serio»: secondo il presidente M5S Giuseppe Conte, a Porta a Porta su RaiUno, l’alleanza larga dei progressisti è davvero ai titoli di coda, con le elezioni e Umbria ed Emilia-Romagna alle porte. Ma sullo sfondo ci sono le dinamiche differenti dei territori.

E così, il parlamentino di via Gentile tenta di ricompattarsi e di superare la crisi interna deflagrata a fine luglio. D’altra parte, una mano nel riassetto – almeno momentaneo – deriva dal fatto che il Defr 2025-2027 (respinto a fine luglio per mancanza dei numeri) non verrà discusso. La motivazione è il giudizio di parifica espresso dalla Corte dei conti che non ne rende più urgente l’approvazione, anche in considerazione del fatto che sul punto specifico la maggioranza sarebbe potuta andare in sofferenza numerica, alla luce dell’annunciata astensione di Azione. E qui la questione da amministrativa diventa politica e si ricuce alla certosina opera di rimpasto operata da Emiliano. Il quale, come detto, ha una richiesta formale di due poltrone dal M5S ma, allo stesso tempo, deve affrontare i calendiani che chiedono un riconoscimento del sostegno alla maggioranza ovvero un posto dell’esecutivo. Il problema aritmetico nasce dal fatto che delle dieci poltrone a disposizione, nove siano occupate, due delle quali da tecnici. Quindi, per corrispondere alle richieste, Emiliano dovrebbe revocare queste ultime due deleghe, decise solo sei mesi fa. Ma potrebbe addirittura non bastare in quanto il Pd conta solo tre presenze nell’esecutivo, pur avendo quindici eletti e dunque appare sbilanciato. A margine della riunione di gruppo di martedì, il capogruppo dem Paolo Campo ha rivolto un appello al senso di responsabilità della maggioranza, «appello che accogliamo» ha risposto il capogruppo di Azione, Ruggiero Mennea, annunciando la presenza in aula. E aggiungendo, a questo che definisce “un grande passo avanti che abbiamo fatto”, anche il voto favorevole sul Nir, ma sottolineando di aspettarsi «che adesso siano gli altri a fare un passo avanti nei nostri confronti».

Per quanto riguarda gli altri punti all’ordine del giorno, si tratterà anche la proroga delle graduatorie per i concorsi e ancora la proposta di legge sulle norme in materia di autorizzazione a costruzione ed esercizio di linee e impianti elettrici. E, a proposito di questo punto, pare che vi sarà collegato una sorta di emendamento Omnibus con una serie di provvedimenti-abbuffata (con priorità sanitarie anche questioni spinose come la Cittadella della carità a Taranto e lo scivolo delle graduatorie per le assunzioni) da approvare bipartisan che, però, in alcuni casi arrivano in aula con i pareri contrari dei tecnici e dunque a rischio impugnazione da parte del Governo nazionale.

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