«Non solo Covid e influenza, occhio anche ai virus cugini. Con l’autunno avremo 150mila infezioni a settimana»

Il calo improvviso delle temperature e l'arrivo anticipato dell'autunno provocherà un boom di infezioni respiratorie, con «circa 150mila casi a se

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Influenza settembre-ottobre 2024, sarà una stagione pesante?

Il calo improvviso delle temperature e l’arrivo anticipato dell’autunno provocherà un boom di infezioni respiratorie, con «circa 150mila casi a settimana». A lanciare l’allarme è il virologo FabrizioPregliasco direttore della Scuola di Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano, che in un’intervista all’Adnkronos Salute ha spiegato:   «In questi giorni di sbalzi termici così marcati è favorita la diffusione di tutti i virus respiratori e in particolare dei virus simil-influenzali, quindi adenovirus,enterovirus e rinovirus. È un classico», sottolinea l’esperto.

Gli effetti dello sbalzo termico

«Lo sbalzo termico, lo sappiamo – ricorda Pregliasco – riduce l’azione protettiva di muco e ciglia che rivestono internamente le vie respiratorie. Salta cioè il “meccanismo spazzino” che le ripulisce, quello che in gergo tecnico chiamiamo clearance muco-ciliare. Lo stress termico, ossia il passaggio dal caldo al freddo ma anche viceversa, è indifferente, lo blocca esponendo l’albero respiratorio agli attacchi virali».

Si risvegliano i virus cugini

Il meteo risveglierà, inoltre, i cosiddetti virus “cugini” della classica influenza invernale. Patogeni che in realtà, nella «stagione infinita» di quest’anno, non si sono mai addormentati più di tanto. «Ricordiamo che anche per tutta l’estate, a causa degli sbalzi termici che abbiamo avuto, la coda delle infezioni è stata lunghissima con la curva delle sindromi simil-influenzali che non è scesa praticamente mai sotto i livelli basali. Ora, con il crollo delle temperature, disegnerà un inizio di risalita»

All’orizzonte restano, chiaramente, la classica influenza e il Covid. «In agosto c’è stata una fiammata di contagi da Sars-CoV-2», e siccome «le onde si ripetono ogni quattro/sei mesi – prospetta il virologo – è presumibile che nel breve, complici le nuove varianti del coronavirus, se ne inneschi una nuova».

«Oltre 14 milioni di casi con Covid e virus cugini»

L’infuenza che verrà, spiega ancora il virologo, gareggerà con l’ultima, definita da più parti la peggiore degli ultimi decenni.

In Australia, che nell’altro emisfero dove l’estate era inverno l’ha già sperimentata, «si è vista una stagione piuttosto pesante: la seconda più brutta degli ultimi dieci anni, soprattutto a causa della variante virale A/H3N2». Anche nella nostra metà di mondo «ci aspettiamo quindi che sarà impegnativa. Se l’anno scorso abbiamo contato in Italia 14,5 milioni di casi di sindromi simil-influenzali, comprensivi cioè di influenza vera e propria, Covid, virus respiratorio sinciziale, Rsv, e altri virus “cugini” – spiega ancora il virologo –,  quest’anno ci attendiamo gli stessi valori, ma presumibilmente di più».

 

Come sarà la stagione influenzale 2024-2025

L’influenza edizione 2024-2025 sarà «caratterizzata da un cocktail di virus, un “mischione” come quello circolato quest’anno», spiega il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano. E potrebbe anche cominciare prima, se il ciclone polare che ha investito la Penisola dovesse persistere.

Vaccinarsi per evitare decessi

Gli esperti, quindi, non hanno dubbi: in vista dell’autunno bisogna vaccinarsi per evitare l’emergere di nuove situazioni emergenziali. Anche perché – spiegano a La Repubblica Sergio Lo Caputo, infettivologo, consigliere della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia e Statistica medica alla Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma – i virus in circolazione possono provocare almeno 20mila morti.

La soluzione, quindi, è una e sempre la stessa: «Vaccinarsi. E non come eventualità, ma come condizione necessaria per evitare infezioni e decessi nei più fragili». A preoccupare, poi, è l’imminente inizio della stagione influenzale che, secondo Lo Caputo, può portare alla morte di circa 10mila persone ogni anno: «A fine 2023 abbiamo visto un boom di contagi influenzali che si sono sommati al Covid e al virus respiratorio sinciziale (Rsv)».

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