Gesù, l’Intelligenza artificiale ricostruisce il vero volto di Cristo: «Occhi azzurri e capelli scuri». Il mistero custodito nella Sacra Sindone

La ricerca fa passi da gigante e questo anche grazie alla tecnologia. Un gruppo di scienziati italiani sembra essere riuscito a fare chiarezza sul

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Gesù, l'Intelligenza artificiale ricostruisce il vero volto di Cristo:  «Occhi azzurri e capelli scuri». Il mistero custodito nella Sacra Sindone

La ricerca fa passi da gigante e questo anche grazie alla tecnologia. Un gruppo di scienziati italiani sembra essere riuscito a fare chiarezza sulla datazione della Sacra Sindone, il panno in cui è stato avvolto il corpo di  Gesù Cristo dopo la crocifissione. Secondo gli esperti dell’Istituto di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, quella coperta di lino risalirebbe proprio all’epoca del «figlio di Dio». Con l’Intelligenza artificiale, poi, si è ricostruito il volto di Cristo partendo proprio dalla Sacra Sindone.Così hanno chiesto al motore di Intelligenza artificiale Marlin: «È possibile generare un’immagine realistica di Gesù Cristo basandosi sul volto della Sindone di Torino?». In pochi attimi, dal motore di ricerca, è apparso il viso di un uomo con barba, capelli scuri, gli occhi azzurri e delle cicatrici sul volto, che ricordano, proprio, quelle impresse sul tessuto della Sacra Sindone. 

La ricostruzione del volto

L’esperimento è stato portato avanti dai giornalisti del Daily Mail che, incuriositi dalla scoperta dei ricercatori italiani, hanno voluto approfondire di più la notizia.

L’ultima scoperta

Ipotesi, è vero. L’unica cosa certa, per il momento, è il nuovo studio tutto italiano, che data il panno proprio all’epoca di Cristo. Costodita a Torino, la Sacra Sindone è stata più volte qualificata come un falso. La ricerca, come riporta il Messaggero, è stata effettuata con la tecnica di raggi X ad ampio angolo (WAXS) che consente di misurare l’invecchiamento naturale della cellulosa di lino, convertendolo nel tempo trascorso dalla sua produzione. Il team avrebbe utilizzato parametri specifici dell’invecchiamento, come l’umidità e la temparatura, che solitamente sono le cause principali della degradazione dei tessuti. E, a seguito dello studio, è stato appurato, smentendo chi dice il contrario, che la datazione del lenzuolo risale proprio a 2 mila anni fa.

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