Coldiretti Puglia denuncia che l’irrigazione di soccorso, spesso l’unica possibile, è, per gli olivicoltori, insufficiente a contrastare gli effet
Coldiretti Puglia denuncia che l’irrigazione di soccorso, spesso l’unica possibile, è, per gli olivicoltori, insufficiente a contrastare gli effetti della siccità che dura da mesi e della mananza di acqua e, quindi, a garantire il regolare accrescimento delle olive, stima, pur senza quantificarlo, un forte calo della produzione di olio extra vergine di oliva rispetto all’ 2023che, peraltro, era stata discreta ma non eccezionale, e chiede la dichiarazione dello stato di calamità naturale.
Le temperature elevate, la siccità che si prolunga da mesi e la scarsa o assente disponibilità di acqua stanno mettendo realmente in difficoltà l’olivicoltura pugliese, afferma il presidente di Coldiretti Puglia Alfonso Cavallo.
«L’irrigazione di soccorso, dove è disponibile, non basta per garantire il nomale accrescimento delle drupe, che spesso risultano striminzite e avvizzite. In queste condizioni, se la siccità perdurerà ulteriormente, la produzione olivicola sarà fortemente penalizzata e, di conseguenza, lo sarà anche quella olearia».
Siccità e alte temperature sono perduranti da mesi, ricorda Cavallo, tanto che già negli ultimi giorni di aprile e fino alla prima decade di maggio si sono registrate temperature elevate con picchi superiori ai 30 °C, un caldo anomalo e fuori stagione che ha preoccupato gli olivicoltori, perché sfavorevole alla fisiologica mignolatura dell’olivo.
«Le buone aspettative della fioritura sono state tradite da un progressivo aborto dei fiori dovuto appunto all’eccessivo e duraturo caldo. Lo scenario attuale mostra un’allegagione in calo del 50% rispetto al 2023, un dato ulteriormente peggiorato dalla siccità e dalla mancanza di acqua, anche per la scarsa disponibilità negli invasi che accusano un drastico calo di 164,59 milioni di metri cubi d’acqua, il 57% in meno rispetto all’anno scorso. Perciò Coldiretti Puglia, a seguito delle verifiche tecniche in campagne, dove la situazione si sta sempre più aggravando, chiede la dichiarazione dello stato di calamità naturale».
Oprol: «Sarà una campagna olivicola disastrosa»
Per il presidente di Oprol, Paolo Colonna, «ci aspetta una campagna olivicola disastrosa. Dopo la cerealicoltura è l’olivicoltura lucana in ginocchio. Il periodo prolungato di siccità sta mettendo a dura prova i nostri oliveti. È saltata la produzione nella sua totalità per la prossima campagna e, se perdurano le attuali condizioni climatiche, si metterà una pesante ipoteca sulla campagna 2025-2026».
Occorrono, ad avviso di Colonna, soluzioni immediate per una situazione che rischia di passare da uno stadio emergenziale a uno cronico, un passaggio che si sta realizzando in queste settimane.
«Dobbiamo unire tutte le nostre forze per affrontare sfide e situazioni che finora non avevamo previsto. A partire dalla gestione delle risorse idriche, sia nella fase di stoccaggio dell’acqua e di manutenzione dei bacini sia nella fase di distribuzione. Ma chiediamo anche una politica territoriale che condivida le esigenze del comparto olivicolo, supportandole con scelte e percorsi che diano risultati in tempi ragionevoli».
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