Tra i primi in Europa per donazioni di organi. Se fosse una medaglie delle Olimpiadi sarebbe un argento. «Nel 2023 l’Italia è salita al secondo po
Tra i primi in Europa per donazioni di organi. Se fosse una medaglie delle Olimpiadi sarebbe un argento. «Nel 2023 l’Italia è salita al secondo posto tra i principali Paesi europei per quanto riguarda la donazione degli organi: il tasso raggiunto è stato di 28,2 donatori ogni milione di abitanti, dietro alla Spagna (leader mondiale con 48.9) ma davanti a Francia (26,3), Regno Unito (21,3) e Germania (11,4)». A confermare il risultato è l’ultimo report analitico dell’attività annuale della Rete nazionale trapianti, pubblicato martedì 6 agosto sul sito del Centro nazionale trapianti, il Cnt.Il documento contiene oltre duecento pagine di analisi, grafici e tabelle che mettono a fuoco nel dettaglio l’intera attività della rete di donazione e trapianto del Servizio sanitario nazionale, per quanto riguarda gli organi solidi ma anche i tessuti, le cellule staminali emopoietiche, i gameti e il microbiota intestinale.
I trapianti effettuati
L’analisi – che approfondisce i dati preliminari pubblicati nel gennaio scorso – conferma che il 2023 è stato l’anno migliore di sempre per donatori segnalati (3.092, +16,2% sul 2022), donatori utilizzati (1.667, +14,2%) e trapianti effettuati (4.466, +15,2%). «Di questi, 198 sono stati realizzati attraverso programmi di urgenza nazionale, mentre 197 trapianti hanno riguardato pazienti pediatrici. Particolarmente numerosi i trapianti da donatore a cuore fermo: sono stati 444, il doppio dell’anno precedente. La crescita complessiva dell’attività̀ di donazione e trapianto si è tradotta in un leggero calo del numero di pazienti in attesa di ricevere un organo: al 31 dicembre 2023 erano 7.941, di cui il 76% aspettava un rene, contro gli 8.112 a fine 2022», sottolinea il documento.
Le strutture virtuose
«Tra i centri di trapianto, è stata la “Città della salute e della scienza” di Torino a realizzarne il maggior numero (457), confermandosi al primo posto per quanto riguarda l’attività di trapianto di rene e fegato. Segue l’Azienda ospedaliera universitaria di Padova (435), leader nazionale nei trapianti di polmone e pancreas, mentre al terzo posto c’è il “Policlinico Sant’Orsola” di Bologna (322).
Spicca – osserva il Centro nazionale trapianti – tra i centri meridionali il risultato del Policlinico di Bari, primo centro italiano per numero di trapianti di cuore.
Per quanto riguarda invece l’attività di prelievo degli organi, sono stati 221 gli ospedali nei quali è stata realizzata una donazione di organi nel 2023: i nosocomi più attivi sono stati l’”Ospedale Civile Maggiore” di Verona (55 donazioni), “l’Ospedale Bellaria” di Bologna (46) e il “Policlinico Careggi” di Firenze». (46).
Un trend in crescita
Analizzando il report, si conferma anche «la crescita dell’attività di donazione (15.327, +24,4%) e trapianto (24.944, +15,2%) di tessuti, in particolare cornee e osso, così come per quanto riguarda le donazioni di cellule staminali emopoietiche».
Il report analizza anche i trend dell’attività di donazione di cellule riproduttive, l’attività ispettiva del Centro nazionale trapianti sul territorio, «i controlli di qualità nei laboratori di immunologia dei trapianti e i dati della gestione del rischio clinico e delle reazioni e degli eventi avversi registrati nel Sistema informativo trapianti.
Infine, quest’anno è presente un focus sui trapianti sperimentali di microbiota intestinale: un programma che al 31 dicembre 2023 ha visto la realizzazione di 214 interventi in 10 centri autorizzati in tutta Italia», evidenzia il report.
«I numeri raccontano una Rete trapianti più̀ che mai vivace ed efficiente, che anche nel 2024 sta ottenendo risultati positivi in linea con i primati conseguiti lo scorso anno – sottolinea il direttore del Cnt Giuseppe Feltrin –. Con questo report, che rendiconta con puntualità 12 mesi di lavoro di una realtà estremamente articolata e complessa, il Centro nazionale trapianti offre uno strumento di analisi dettagliato e trasparente, assolvendo al proprio ruolo di coordinamento della Rete trapianti al servizio del sistema sanitario nazionale e delle realtà regionali».
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