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IL PROBLEMA abitativo è tra i più spinosi e pressanti intorno al quale si sono accavallate situazioni oggettivamente difficili ma anche gratuite speculazioni. Un problema spesso insormontabile per famiglie ordinarie, figuriamoci per quelle persone sole, fragili, senza alcun sostegno. A farsi carico, ed è ormai un quarantennio di attività silenziosa ma fortemente incisiva in una realtà andata sempre più complicandosi, l’Associazione di volontariato “SS. Redentore”, costola della parrocchia Croce, cuore del popoloso rione alla periferia nord, con una serie di iniziative benefiche avviate con una mensa che ancora oggi assicura giornalmente una trentina di pasti, ma anche pacchi viveri per le famiglie in difficoltà, e sostegni nelle spese ordinarie mediche, affitto, utenze luce e gas.
UN LAVORO intenso, essenziale esteso anche all’accoglimento dei senza tetto. È così sorta nel 2007 la “Casa famiglia” intitolata a don Mario Carmone, grande ispiratore del progetto: una struttura residenziale socio-assistenziale che ospita soggetti maggiorenni, in età compresa tra i 18 e i 64 anni, in situazione di handicap fisico, intellettivo e sensoriale.
Un lungo, denso, impegnativo percorso animato dall’instancabile presidente dell’Associazione, Salvatore Coppolecchia, che è proseguito nel tempo con ulteriori intense iniziative. L’ultima realizzata nei giorni scorsi.
SI TRATTA dell’acquisto nelle vicinanze della “Casa famiglia “don Mario carmone”, e della ristrutturazione di due appartamenti per «aprire così – spiega Coppolecchia – una Casa solidale per permettere l’accoglienza di persone in situazioni fragili. Sono strutture residenziali autogestite per la convivenza di più persone adulte e autosufficienti che necessitano di un alloggio per consentire loro di condurre una vita dignitosa». In collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Manfredonia, la Parrocchia SS. Redentore, il Progetto Policoro diocesano, ospiteranno sei adulti di età varia, uomini e donne, in difficoltà economiche e senza fissa dimora.
“UNA CASA solidale, una casa per tutti”, un progetto ambizioso sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula, in collaborazione con CESVI, una organizzazione umanitaria italiana fondata a Bergamo nel 1985 presente in 23 Paesi, ma soprattutto dai privati cittadini che seguono con grande fiducia l’operato dell’Associazione SS. Redentore. «In tre mesi – rivela Coppolecchia – sono stati raccolti oltre centomila euro».
UN FARO di luce e operatività l’Associazione SS Redentore, in un quartiere «dove le diverse fragilità sociali – è la realtà corrente – sono da tempo connesse a disoccupazione, povertà, droga, prostituzione. Il quartiere soffre – è la denuncia – dell’assenza di luoghi di aggregazione e di servizi pubblici che possano rispondere adeguatamente alle necessità della popolazione».
“LE CASE solidali” sono simboli reali di rinascita e di speranza. Una risposta concreta e efficace alle impellenti problematiche sociali. «Questo progetto – fissa il presidente Coppolecchia – realizzato con il concorso di enti vari e di privati, rappresenta un passo concreto verso una società più giusta e inclusiva».
Michele Apollonio

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