Allarme sexting, un adolescente su 2 condivide foto intime: il sesso dilaga sui social dei teenagers

Condividere contenuti intimi con il proprio partner non è più un tabù ed è anzi sempre più frequente per gli adolescenti. Lo ha fatto il 55% delle

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La cabina di regia è fissata per martedì, il consiglio dei ministri invece per il prossimo giovedì, ma probabilmente si attenderà davvero l’ultimo minuto – ovvero i dati dell’andamento dell’epidemia delle ultime ore – prima di scrivere quel decreto che più di altri segnerà un punto di snodo nelle regole da seguire da quando è cominciata la pandemia. Un testo assolutamente necessario, senza il quale sarebbe decretata la fine di ogni restrizione a partire dal Primo maggio e gli esperti sono invece ancora molto prudenti, visto che la circolazione del coronavirus è ancora alta e anche il numero dei morti è in media di quasi 140 al giorno. Troppi per calare ovunque dal viso anche le mascherine al chiuso, che il ministro della Salute, Roberto Speranza, pensa invece di lasciare ancora dove più alto è il rischio di contagio dovuto a vicinanza o numero di presenti. Resterebbe dunque l’obbligo anche negli stadi, mentre se ne dovrebbe fare a meno per andare al supermarket o fare shopping per negozi, così come per consumare un caffè al bar o quando ci sialza da tavola al ristorante, anche se si è al chiuso. Resta ancora tutto da dipanare, invece, il nodo scuola, ma tutto fa pensare che la situazione resti com’è fino all’obbligo servirebbe un nuovo atto di legge che difficilmente verrà promulgato. Per il resto – mezzi di trasporto, luoghi di lavoro, ospedali e Rsa – l’obbligo di mascherina resterà. Anzi, nelle strutture sanitarie fino al 31 dicembre sarà obbligatorio mostrare il Super Green Pass. Che per il resto scomparirà ovunque, anche nella sua versione basica. Per gli ultracinquantenni, per le forze dell’ordine e armate, il personale della scuola e delle università, resterà infine ancora fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale, che sarà esteso al 31 dicembre per i lavoratori della sanità. Vediamo punto per punto Al lavoro Al lavoro dovrebbe restare l’obbligo di indossare la mascherina e fino alla fine dell’anno resta la possibilità di ricorrere allo smart working senza accordo collettivo. Il Green Pass non verrà più richiesto, ma resterà “attivo”. In vacanza Accesso in hotel così come nei B&B senza Green Pass e stesso discorso per i musei. Niente certificato anche per chi viaggia da e per l’Italia. In viaggio Restano le mascherine sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza e locali, come i tram. Gli esperti vogliono lasciare l’obbligo delle Ffp2 anziché dare il via libera alle chirurgiche. Cinema e teatri Addio green pass per cinema, teatro, discoteca stadi e concertoni. La mascherina dovrebbe restare obbligatoria al cinema, a teatro e comunque negli spettacoli al chiuso. Al ristorante Addio al green pass ovunque al chiuso per bar e ristoranti anche all’interno degli hotel. Via anche le mascherine quando ci si alza dal tavolo. A scuola A scuola restano le mascherine, dalle elementari in su, università comprese. L’obbligo a questo punto dovrebbe restare fino alla fine dell’anno scolastico e varrebbe tanto gli studenti che per il personale docente. Lo sport Per allenarsi, fare nuoto o attività in palestra, anche al chiuso, niente Green Pass. Lo stesso vale per centri benessere e termali, dalle saune ai bagni turchi. Cosa rimane Fino al 31 dicembre resterà l’obbligo di avere il Green Pass rafforzato per entrare in ospedale e nei luoghi dove si trovano le persone fragili, cioè malati e anziani. In questi casi andrà anche portata sempre la mascherina.
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Condividere contenuti intimi con il proprio partner non è più un tabù ed è anzi sempre più frequente per gli adolescenti.

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Lo ha fatto il 55% delle ragazze e il 52% dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni con picchi del 75% tra i più grandi. Inoltre tra gli adolescenti il 3,6% dichiara di non identificarsi né con il genere maschile né con quello femminile.

Questo quanto emerge dall’ultima Indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard.
Il fenomeno, spiega Loredana Petrone, psicologa e sessuologa dell’Università di Roma, “è espressione di come anche la sessualità si sia trasformata con l’utilizzo delle nuove tecnologie”. Negarlo, secondo l’esperta, rischia di peggiorare le cose: “Dobbiamo renderci conto che la Rete oggi è un ‘luogo dove questa sessualità si esprime. Solo facendo così avremo la serenità di parlare con gli adolescenti di queste cose e cercare di evitare che si imbattano nel revenge porn o nella sextortion (estorsione sessuale) che rappresentano dei rischi gravissimi”, aggiunge.

Il sexting è solo uno dei fenomeni emergenti nel rapporto tra Rete e sessualità dei ragazzi. Secondo la rilevazione, che ha coinvolto 3.427 studenti, il 15% delle ragazze e il 10% dei maschi ammette di aver postato almeno una volta sui propri profili social proprie foto o video dal contenuto sessualmente provocante. Cresce, inoltre, tra i social network usati dai ragazzi, OnlyFans, frequentato dal 10% delle ragazze e dal 20% dei maschi. Sulla piattaforma è, teoricamente, possibile pubblicare e visualizzare contenuti a esplicito riferimento sessuale. In questo scenario “se il ruolo dei maschi è prevalentemente quello di ‘voyeur’, quello delle ragazze è verosimilmente quello di protagoniste attive”, ipotizzano gli estensori del rapporto.

Poi il dato del 3,6% di chi si dichiara non binario è “un dato interessante da registrare e che probabilmente, confrontando studi simili effettuati negli Usa, ancora sottostima la realtà”, spiega Piernicola Garofalo, endocrinologo, già presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza sottolineando che l’errore da non commettere “è quello di ignorare il fenomeno o cercare ipocritamente di occultarlo”.
Nell’indagine, tuttavia, non c’è solo la sessualità dei ragazzi. Il sondaggio ha infatti osservato che tra le paure degli adolescenti torna a comparire la guerra: per il 63% di loro è un pensiero o un incubo ricorrente. “È probabilmente la prima volta, dal dopoguerra a oggi che una generazione di adolescenti teme realmente la possibilità di una guerra che ci coinvolga direttamente come Italia e come Europa”, afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza.
“Impossibile che questa sorta di spada di Damocle che pensano di avere sulla testa non condizioni anche tutto il resto”.
Il 68,7% del campione, spesso o qualche volta si sente triste senza riuscire ad attribuire questa tristezza ad una causa specifica. Per il 39% questi momenti di tristezza immotivati sono aumentati rispetto al recente passato.
Questa sensazione ha ripercussioni su aspetti rilevanti della vita. Per esempio, il sonno. Il 60% delle ragazze e il 45% dei ragazzi fa fatica ad addormentarsi e il senso di tristezza è tra le cause principali.
Si va deteriorando, inoltre, il rapporto tra adolescenti e società. È poco sopra il 50% la fiducia nelle forze dell’ordine, al 48% quella negli insegnanti, al 25% quella nei giornalisti, al 10% quella negli influencer, al 2,9% quella per i politici.
Gli unici a reggere sono i genitori (si fida di loro il 90%) e gli amici (86%). “Fidarsi, e quindi sentirsi al sicuro, solo nel mondo circoscritto a familiari e amici è un segno di disagio ad affrontare il mondo esterno”, afferma Tucci. “Ma ritirarsi nel guscio a sedici anni, quando il desiderio dovrebbe essere quello di esplorare e, possibilmente, conquistare il mondo, è una preoccupante contraddizione in termini sulla quale dovremmo riflettere”, conclude.

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