TURISTI SUL GARGANO, IL COLOSSO VALTUR APRE AGLI STRANIERI: “COMPRIAMO 12 MILIONI DI EURO IN BIGLIETTI AEREI”

Il gruppo ambisce ad allargare il proprio volume d’affari e guarda con particolare attenzione alle potenzialità del Tacco d’Italia. Intervista a G

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Il gruppo ambisce ad allargare il proprio volume d’affari e guarda con particolare attenzione alle potenzialità del Tacco d’Italia. Intervista a Giuseppe Pagliara.

Non è l’anno zero per l’esplosione delle presenze turistiche straniere sul Gargano, ma poco ci manca. Per la prima volta nella stagione delle vacanze, un grande gruppo di antico censo come Valtur (quarto gruppo alberghiero italiano prima del fallimento, marchio poi rilevato nel 2018 dal gruppo pugliese Nicolaus) ambisce ad allargare il proprio volume d’affari e guarda con particolare attenzione alle potenzialità del Tacco d’Italia.

La formula è quella che da anni combina le bellezze paesaggistiche della costa con gli aspetti naturalistici, la gastronomia e la valorizzazione dei centri storici e delle aree interne. Da questo punto di vista si potrebbe anche puntare su un’offerta di qualità estensibile tutto l’anno per una clientela esigente, che sul Gargano non pensa di trovare solo mare e sole e dunque si concentra esclusivamente nei estivi.

La svolta sarà quella di incrementare sul promontorio nuovi arrivi di turisti stranieri dalle capitali del Nord Europa grazie al trasporto aereo, puntando sulle collaudate performance degli aeroporti pugliesi e provando ad esplorare, in particolare, le potenzialità dello scalo di Foggia che attraversa un momento di grande rilancio dopo aver doppiato a giugno la quota di arrivi e partenze dello stesso periodo un anno fa.

La strategia di Aeroporti di Puglia e della compagnia Lumiwings di incardinare il piano di rilancio su due hub di riferimento come Milano Orio al Serio e Milano Linate (mantenendo anche i collegamenti con Malpensa e aggiungendo il Foggia-Torino) offre oggi all’aeroporto foggiano la possibilità di fare perno sui due principali scali intermedi (Orio al Serio e Linate) per aprire la destinazione “Foggia” alle compagnie nordeuropee che già operano sui due aeroporti italiani che fungerebbero da punto di raccordo per i passeggeri nordeuropei portati a destinazione sugli aerei della Lumiwings. 

Ne abbiamo parlato in questa intervista concessa in esclusiva a l’Immediato con Giuseppe Pagliara, pugliese di Ostuni, 57 anni, amministratore delegato del gruppo Nicolaus-Gusmay. 

Gli aeroporti di Puglia testa di ponte per incentivare il turismo straniero?

Vogliamo provarci, abbiamo competenze e capacità per incentivare la domanda turistica straniera, puntando sulle migliori caratteristiche di un turismo di tradizione qual è quello pugliese. Il nostro gruppo mette al centro del piano di rilancio di alberghi e centri vacanze che intendiamo rilanciare proprio il ruolo che in tal senso possono svolgere gli scali pugliesi. Sul Gargano, in particolare, vogliamo portare una clientela sempre più internazionale. 

Un’operazione altamente simbolica il rilancio del Gusmay, in questa partita entra in gioco, per la prima volta, anche l’aeroporto Gino Lisa che vede raddoppiare la quota passeggeri di un anno fa anche se la quota di turisti è ancora irrisoria.

È una stagione di transizione, in questo momento vogliamo sondare le potenzialità di mercato e investire oltre che sul Gargano, in tutta la Puglia: abbiamo già programmato in tal senso l’espansione del nostro brand su Gallipoli nella prossima estate. La stagione in corso è già finita per gli operatori del settore che pianificano sull’estate 2025, ma ci permetterà di individuare nuovi profili di mercato e di rilanciare un grande albergo qual è quello rilevato sulla litoranea fra Vieste e Peschici.

Il Gargano non è comunque uno scrigno da scoprire, quella di Vieste è stata una delle prime acquisizioni del nuovo gruppo Valtur-Nicolaus. 

Quattro anni fa abbiamo rilevato l’Oasi hotel di Vieste, oggi Oasi-Nicolaus, con il chiaro intento di farne una struttura ricettiva d’interesse nazionale e internazionale. Il tentativo è riuscito, ma ora vogliamo migliorare e amplificare la nostra offerta riducendo i tempi di arrivo della clientela straniera, facendo leva proprio sul sistema pugliese degli aeroporti.

Parliamo di turismo, ma per potenziare il mercato delle vacanze diventa strategico puntare sul potenziamento dei trasporti. E’ stata questa secondo lei la spina nel fianco per far arrivare turisti stranieri sul promontorio?

Tutto il Gargano ha potenzialità ancora inespresse che tocca agli operatori turistici valorizzare. Forse è meglio così, abbiamo un territorio bello e ancora inaccessibile da far conoscere a quanti saranno interessati a venirlo a visitare. Tutto questo passa attraverso una migliore accessibilità dei trasporti e il miglioramento delle strutture ricettive. Oggi il Gargano è difficile da raggiungere, oltretutto sul piano ricettivo occorre rilevare che si contano poche strutture in grado di assicurare elevati standard di qualità. Bisogna intervenire con decisione su questi due elementi, noi lo stiamo facendo. Il nostro gruppo ha investito quattro anni fa a Vieste, con i Nicolaus club della famiglia Vescera, per aprire un mercato che poteva risultare di grande espansione. Il posizionamento di questo primo villaggio vacanze ci ha permesso di portare tantissimi turisti a Vieste un po’ da tutte le regioni del Nord Italia e dall’estero. Ora possiamo incrementare il flusso dei vacanzieri dalle regioni del Nord Europa aprendo un canale diretto con le compagnie aree.

In che modo pensate di incentivare l’incoming dall’estero, avete stretto accordi con le compagnie e con quali in particolare?

Il nostro gruppo investe in biglietti aerei con le compagnie circa 12 milioni di euro l’anno, in termini di mercato turistico questa somma si traduce in un flusso di passeggeri non inferiore ai 60-70mila arrivi non solo per quanto riguarda la Puglia, ma in tutte le regioni dove il nostro gruppo ha acquisito alberghi e centri vacanze. Da quando siamo diventati operativi, dopo aver rilevato il marchio Valtur (2018: ndr), contiamo già 500mila presenze turistiche solo sulla clientela che vola, il cosiddetto “volato”. 

I buoni risultati dell’aeroporto di Foggia (+25% rispetto allo stesso periodo del 2023: ndr) risente in qualche modo del vostro intervento sul territorio, oppure è ancora troppo presto per rilevare l’incidenza dei passeggeri-turisti sulle rotte per lo scalo dauno?

Ci stiamo pensando fin da ora perché è Foggia l’aeroporto di riferimento del Gargano e dobbiamo accorciare i tempi di percorrenza dei turisti in pullman per raggiungere le nostre destinazioni una volta scesi dall’aereo. Pertanto cercheremo di spingere al massimo l’aeroporto Gino Lisa con un piano specifico, stiamo individuando gli aeromobili che possano assicurare un discreto flusso passeggeri compatibilmente con i limiti e le penalità attuali sulla pista. Stiamo però fin da quest’anno sostenendo la compagnia aerea, abbiamo infatti acquistato spazi sui voli sia per la clientela individuale diretta nei nostri alberghi che di gruppi. Da fine maggio stiamo garantendo viva l’offerta di nuova clientela dal nord Italia. Dal prossimo anno faremo più estero. 

La pianificazione di un piano di potenziamento dei collegamenti aerei per il turismo in Puglia e sul Gargano riguarda solo il vostro gruppo oppure coinvolge altre realtà territoriali?

Per il momento riguarda solo il gruppo Nicolaus. Abbiamo chiesto in tal senso la convocazione di un tavolo a tre con Aeroporti di Puglia e la compagnia Lumiwings per entrare nel merito delle cose da fare, per incentivare i collegamenti con la Puglia e partire con il piede giusto dalla prossima stagione estiva. Abbiamo iniziato a fare un discreto lavoro, ottimo il dialogo instaurato con la compagnia Lumiwings. Aeroporti di Puglia ci ha dato sempre ascolto, la vera tematica oggi è infrastrutturale e tecnico-organizzativa. 

Il piano che riguarda la Puglia ricalca altri modelli di riferimento? Voi avete strutture anche in altre regioni del Sud.

Finanziamo un collegamento dalla Francia sulla Puglia, in questo caso prendiamo in considerazione solo gli aeroporti di Bari e Brindisi. Quando abbiamo pianificato operazioni sulle località della Calabria, i voli sono partiti da Malpensa, Torino, Verona. Abbiamo stretto anche un accordo con le Ferrovie dello Stato, in base al quale i clienti che viaggiano con noi hanno la possibilità di vedersi ritirare i bagagli dalla propria abitazione, oltre a beneficiare di una scontistica particolare e alla possibilità portare la bici al seguito. 

Il rilancio dell’ex hotel Gusmay, marchio storico dell’hotellerie garganica e pugliese, coincide con una robusta operazione di incoming del turismo dal Nord Italia e dall’estero. Come nasce questo progetto e che tipo di previsioni vi ponete a stretto/medio giro?

Noi abbiamo comprato nel 2018 il marchio Valtur e iniziato un percorso di posizionamento del brand sul turismo di qualità. Vogliamo valorizzare il gusto dell’accoglienza italiana riscontrabile fin dagli anni ’60, abbiamo ripreso un modello che fu adottato da Valtur per valorizzare le aree più belle d’Italia. Nasce così anche il piano di rilancio del Gargano dal nostro punto di vista. Abbiamo pertanto ripreso l’idea di un prodotto dal segmento medio-alto, puntato sulle up-skills (la capacità di migliorare, sviluppare e riqualificare le competenze dei lavoratori: ndr). Abbiamo così ottenuto una serie di risultati di successo, aperto anche all’estero: abbiamo nostri alberghi alle Maldive, in Egitto, a Zanzibar, Djerba in Tunisia, infine Sardegna, Sicilia, quindi Puglia. A Cervinia abbiamo inoltre aperto un resort 5 stelle “Lifestyle”, nel prossimo mese di aprile apriremo inoltre a Gallipoli: abbiamo rilevato una struttura bellissima che si estende su 220 ettari, iniziato insieme alla proprietà una serie di ristrutturazioni della struttura. Abbiano inoltre iniziato un percorso di commercializzazione del turismo in Italia sul mercato internazionale, ma i tempi sono più lunghi perchè con l’estero bisogna seminare per un paio di anni prima di ottenere i risultati. E comunque abbiamo trattative avviate con il mercato tedesco austriaco, francese, israeliano.

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