Fecondità, Italia maglia nera dell’Ocse: ci sono 193 anziani ogni 100 giovani

Meno bambini e sempre più . È l'Italia il fanalino di coda tra i Paesi Ocse per numero di figli, con appena 1,2 bambini per donna (è penultima a p

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Meno bambini e sempre più . È l’Italia il fanalino di coda tra i Paesi Ocse per numero di figli, con appena 1,2 bambini per donna (è penultima a pari merito con la Spagna). Fa peggio solo la Corea del Sud, che ha la fecondità più bassa: 0,7 figli per donna nel 2023.

La diminuzione del tasso di fecondità, spiega nel suo report l’organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale, è andata di pari passo con l’aumento dell’età in cui le madri hanno il primo figlio, cifra che è cresciuta da 26,5 anni nel 2000, in media Ocse, a 29,5 nel 2022. Secondo i dati Istat, in Italia l’età media della madre al parto è di 32,4 anni. Il tasso di fecondità, dimezzato a livello Ocse negli ultimi 60 anni (era di 3,3 figli per donna nel 1960), metterebbe in pericolo la prosperità delle generazioni future. Lo studio mette in evidenza il rischio di «gravi difficoltà economiche e sociali» sulle prossime generazioni.

E mentre scende inesorabilmente la natalità, non si ferma la crescita dell’indice di vecchiaia che, al primo gennaio 2023, raggiunge il tasso di 193,1 anziani ogni 100 giovani, con un aumento di +5,5 punti rispetto al 2022. La Liguria e Sardegna sono le regioni più vecchie, mentre Campania e Bolzano i territori più giovani. Nell’ambito dell’Unione europea, l’Italia è il Paese con il più alto indice di vecchiaia ed è anche la nazione con la speranza di vita alla nascita più elevata: 81,1 anni per i maschi e 85,2 per le femmine. Si vive più a lungo al Centro-Nord, soprattutto a Trento, di meno in Campania.

Intanto, ci si sposa un po’ di più e ci si separa di meno. Nel 2022, in Italia i matrimoni celebrati sono stati 189.140. C’è stata una ripresa delle celebrazioni nuziali dopo lo stop forzato causato dalla pandemia. Più numerosi i matrimoni al Centro-Nord, meno nell Mezzogiorno, rispetto al 2021. Sempre nel 2022, le separazioni sono state 89.907 (-8,2% rispetto al 2021), mentre i divorzi sono stati 82.596, stabili rispetto all’anno precedente (-0,7%). Il tasso di separazione per 10mila abitanti (15,2 a livello nazionale) raggiunge il valore massimo in Sicilia (19,2) e il minimo nella Provincia autonoma di Bolzano (10,3). A divorziare di più, invece, sono i liguri e i siciliani, mentre l’ultimo posto in classifica spetta a Bolzano.

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