Maturità 2024, uno studente su sei pensa all’aiutino anche dall’IA. Siete d’accordo?

Dove non arriva la preparazione, si ricorre all’aiutino: è quello che sta pensando il 17% dei maturandi, uno su sei, che in queste ore, oltre a stud

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Maturità 2024, uno studente su sei pensa all'aiutino anche dall'IA. Siete d'accordo?

Dove non arriva la preparazione, si ricorre all’aiutino: è quello che sta pensando il 17% dei maturandi, uno su sei, che in queste ore, oltre a studiare, sta organizzando supporti e strategie per copiare. Bigliettini nascosti ovunque si affiancano agli ultimi ritrovati della tecnologia, dagli smartphone fino a ChatGpt. A rivelarlo è un sondaggio del portale Skuola.net su un campione di 1.000 alunni di quinto superiore. E se un tempo era soprattutto il mitologico tema di italiano spaventare oggi il vero assillo per oltre la metà (59%) è la seconda prova di indirizzo.

Il 41% dei potenziali copioni parte già con l’idea di utilizzare gli aiuti. Il 59% invece ha un approccio più conservativo: si sta preparando ma utilizzerà effettivamente i supporti predisposti solo in caso di reale necessità. Anche perché chi viene beccato sul fatto rischia l’esclusione all’esame. Forse è per questo che un maturando su 4 non copierà, non tanto per questioni etiche quanto per paura di perdere il treno per il diploma. A questa si affianca una quota simile che professa una incrollabile fede nelle proprie capacità. Più possibilista il restante terzo del campione, che chiederà aiuto ai compagni in caso di necessità.

Questo 32% di maturandi, che proverà a interagire con i vicini di banco in caso di necessità, troverà qualcuno disposto a soccorrerli? Non è così scontato: il 46% del campione, infatti, si dichiara non disponibile a correre il rischio, quando durante l’anno scolastico è solo il 16% a negare un suggerimento a chi è in difficoltà. Complessivamente, quindi, solamente una metà abbondante dei maturandi (54%) potrebbe aiutare gli altri, mentre in condizioni normali sarebbero oltre l’80%. Conteranno anche l’amicizia e la simpatia reciproci.

In ogni caso i metodi tradizionali di copiacci battono quelli tecnologici. I primi verranno utilizzati da circa il 90%, i secondi «solo» da poco più del 70%. Ci saranno, però, maturandi che avranno entrambe le opzioni a disposizione.
Il sistema su cui si farà più affidamento, tra quelli classici, sarà probabilmente l’incursione di fogli protocollo scritti a casa, da confondere con quelli consegnati dalla commissione, da cui attingere per avere spunti e soluzioni: lo sta pianificando quasi 1 su 5. Altrimenti, le alternative più gettonate prevedono un set di bigliettini da nascondere addosso oppure la scrittura di note sui dizionari ammessi sul banco: li cita 1 su 7. Molto quotato – vi farà ricorso 1 su 10 – è il posizionamento di appunti nei bagni della scuola, da consultare appena possibile, in modo tale da avere più chance di sfuggire al controllo dei professori. Sotto quota 10% sono degni di nota alcuni stratagemmi come i bigliettini nascosti sulla sedia, sul banco, all’interno della custodia della calcolatrice oppure delle penne. Senza dimenticare i classici bignami.

Per chi sposa l’aiuto tecnologico, lo smartphone è il grande protagonista. Con varie destinazioni d’uso. Il 25% dei maturandi userà lo smartphone o lo smartwatch ad esso collegato per scambiarsi le soluzioni provenienti da suggeritori precedentemente designati via mail o tramite gruppi di instant messaging, se non addirittura con una auricolare. Al secondo posto, tra i piani d’azione più gettonati, c’è quello che vede l’occultamento di un telefono in bagno, con cui navigare durante l’assenza dalla classe: per circa 1 su 6 è questa la mossa vincente. Anche perché, ricordiamo, chi viene beccato a usare lo smartphone in viene escluso dell’esame.

Cosa che, a quanto pare, non sembra preoccupare molto tutto il resto del campione. Quest’anno, poi, i maturandi in aria di sotterfugio potrebbero trovare un alleato in più: l’intelligenza artificiale. Ai primi posti tra i metodi digitali sui cui si punta di più – indicato dal 12% del campione di riferimento – c’è la consulenza di ChatGPT o di altri chatbot di pari livello. Sotto quota 10% sono poi citati la consultazione di fonti online con lo smartphone oppure gli appunti e i file audio precedentemente salvati sul telefono.

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