Siccità, si aggrava lo scenario nei campi in Puglia

Con una deficit idrico negli invasi pugliesi di -154 milioni di metri cubi d’acqua e la sospensione dell’erogazione idrica dalla Basilicata, si ag

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Allarme siccità, la Puglia è a secco: riserva idrica dimezzata - La  Gazzetta del Mezzogiorno

Con una deficit idrico negli invasi pugliesi di -154 milioni di metri cubi d’acqua e la sospensione dell’erogazione idrica dalla Basilicata, si aggrava lo scenario nei campi in Puglia, dove le condotte del San Giuliano e del Sinni sono a secco.

A denunciarlo nuovamente, sulla base del monitoraggio di ANBI sulle risorse idriche, è Coldiretti Puglia che ha partecipato alla commissione consiliare della Regione Puglia sulla grave crisi idrica in Puglia e nelle campagne del tarantino e sulla situazione critica degli invasi del Consorzio Unico di bonifica Centro Sud Puglia, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia.

“C’è un ritardo irresponsabile di 23 anni nella gestione e nella programmazione del ‘bene acqua’ in Puglia, perché non si può continuare a rincorrere le emergenze – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo -. A stagione iniziata, quando gli agricoltori hanno già avviato le attività colturali, ecco che viene a mancare l’elemento più prezioso e irrinunciabile per l’agricoltura, l’acqua per irrigare i campi”.

Il problema riguarda le province di Bari, Brindisi e Lecce, ma ha assunto carattere di estrema urgenza la situazione in provincia di Taranto, dove non si contano più le segnalazioni quotidiane perché arrivi l’acqua e nei tempi giusti. Dall’invaso di San Giuliano in Basilicata dovrebbero essere erogati ogni giorni 1000 litri di acqua che spesso non arrivano proprio e l’erogazione o risulta a singhiozzo o non viene attivata proprio, mentre nei campi si registra una siccità prolungata che si è manifestata già dall’inverno scorso ed è mancata una programmazione da parte del Consorzio di Bonifica. Così i campi seccano e le colture muoiono, deve essere rivista necessariamente dal Consorzio la pianificazione della erogazione dell’acqua.

La diga di San Giuliano è stata realizzata nel 1958 ed è di proprietà per metà della Puglia e per l’altra metà della Basilicata, ma nella gestione del ‘bene acqua’ è come se fosse di totale proprietà della Regione Basilicata, tanto che non c’è mai certezza circa l’effettiva e misurabile erogazione della risorsa idrica, per cui più volte Coldiretti Puglia ha richiesto alla Regione Puglia che fossero rivisti gli accordi con la Regione Basilicata.

“Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca – sostiene la Coldiretti –. Gli agricoltori stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico. In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale”.

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