Lo psico-oncologo entra in corsia: in Puglia il sostegno psicologico in ambito oncologico è legge

“Dopo due anni, è stata finalmente approvata all’unanimità la mia proposta di legge riguardante il sostegno psicologico in ambito oncologico. Ora,

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“Dopo due anni, è stata finalmente approvata all’unanimità la mia proposta di legge riguardante il sostegno psicologico in ambito oncologico. Ora, mi auguro che trovi un’ampia e rapida applicazione nei più di trenta reparti di oncologia presenti in Puglia”.

Esulta il consigliere regionale di Lucera Antonio Tutolo dopo il voto alle ‘Disposizioni in materia di sostegno psicologico in ambito oncologico’, che prevedono l’introduzione del servizio di assistenza psicologica all’interno delle aziende ospedaliere della Regione.

Il servizio è destinato ai malati oncologici, alle famiglie dei pazienti, all’equipe oncologica e agli operatori dei reparti di oncologia.

La finalità della legge è quella di introdurre, in via sperimentale per un periodo di due anni, sull’esempio di quanto fatto in altre Regioni, la possibilità per le aziende sanitarie regionali di sostenere psicologicamente pazienti e familiari coinvolti in diagnosi oncologiche attraverso l’assunzione a tempo determinato di figure qualificate.

Un supporto che viene contestualmente allargato agli operatori sanitari, poiché anche questo è un fattore determinante per la qualità della vita dei pazienti e dell’offerta sanitaria che viene erogata.

Nel raggiungimento delle finalità preposte, viene riconosciuto l’approccio multidisciplinare-professionale all’interno della Rete Oncologica dello psico-oncologo, inserendo detta figura nelle equipe interdisciplinari, nonché prevedendo la presenza dello psico-oncologo con equipe multidisciplinare-multiprofessionale nei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (Pdta) per patologie oncologiche.“I cittadini pugliesi potranno beneficiare di un servizio sanitario pubblico con un’assistenza più completa – afferma il consigliere Tutolo -. Questo contribuirà anche a contrastare il fenomeno della mobilità passiva, che ci costa 350 milioni all’anno, verso strutture private, soprattutto del nord Italia. Queste ultime, a parità di trattamento terapeutico, offrono in più proprio l’assistenza psicologica. Finalmente la situazione può cambiare”.

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