VENERDÌ SANTO: PIÙ PESCE SU TAVOLE PUGLIESI MA COSTA CARO

Aumenti del 16% per le orate, dell’11% per gli scorfani, in media del +7% di cefali, mazzancolle e gamberoni, fino al +50,7% per i calamari Per

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Aumenti del 16% per le orate, dell’11% per gli scorfani, in media del +7% di cefali, mazzancolle e gamberoni, fino al +50,7% per i calamari

Per il Venerdì Santo i pugliesi rispetteranno le tradizioni religiose della Pasqua, con il pesce che sarà immancabile sulle tavole nonostante il caro prezzi che pesa sul carrello della spesa riducendo il potere di acquisto delle famiglie.  A denunciarlo è Coldiretti ImpresaPesca Puglia, in occasione dei riti alimentari della Settimana Santa, sulla base dei dati dell’Istituto pugliese per il consumo che segnala aumenti del 16% per le orate, dell’11% per gli scorfani, in media del +7% di cefali, mazzancolle e gamberoni, fino al +50,7% per i calamari nell’ultima rilevazione chiusa a marzo 2023. Merluzzi, canocchie e sgombri – segnala Coldiretti Puglia – registrano invece quotazioni in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La scelta di prodotto locale a “filiera corta” garantisce freschezza e qualità ma scegliere pesce a miglio0 aiuta anche a sostenere un settore della pesca e acquacoltura che vede impegnate – precisa Impresapesca Coldiretti – circa 12mila imbarcazioni, colpite quest’anno da un drammatico aumento dei costi del gasolio ma anche dalle scelte dell’Unione Europea che colpiscono alcuni dei segmenti trainanti del comparto. La top-ten delle produzioni è guidata dalle alici, seguite da vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada, gallinelle e sugarelli.

Per non cadere nelle trappole del mercato in una situazione in cui la grande maggioranza dei pesci in vendita provengono dall’estero, il consiglio della Coldiretti è di guardare l’etichetta sul bancone dove deve essere specificato il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato…”), il tipo di attrezzo oggetto della cattura e la zona di cattura o di produzione (Mar Adriatico, Mar Ionio, anche attraverso un disegno o una mappa). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. Per garantirsi la qualità il pesce fresco – ricorda la Coldiretti – deve avere inoltre una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre – continua la Coldiretti – per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso. Un trend che impatta sulle scelte a tavola degli italiani che mangiano circa 28 chili di pesce all’anno – conclude Coldiretti – sopra la media europea anche se decisamente meno di altri Paesi con un’estensione di costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne consumano quasi 60 chili, praticamente il doppio.

Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala Coldiretti regionale, che conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, il sud Barese, il Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato dei pescatori e sulla quale Coldiretti si sta impegnando, organizzando iniziative nei mercati di Campagna Amica che hanno come obiettivo la vendita diretta e la tracciabilità del pescato.

I SEGRETI PER SCEGLIERE IL PESCE FRESCO

  • Acquistarlo, laddove possibile, direttamente dal produttore che garantisce la freschezza del pescato.
  • Verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca
  • Verificare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole.
  • Per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.
  • Per i gamberi verificare che non abbiano la testa annerita
  • Meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.

Fonte: Coldiretti – Impresapesca

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