Bollicine ‘made in Puglia’ sempre più apprezzate in Italia e all’estero: “Crescono le esportazioni”

Per i brindisi di fine anno e inizio 2024 la tendenza è affidarsi allo spumante 'Made in Puglia', con le oltre 900mila bottiglie di spumante imbot

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Per i brindisi di fine anno e inizio 2024 la tendenza è affidarsi allo spumante ‘Made in Puglia’, con le oltre 900mila bottiglie di spumante imbottigliate in media l’anno.Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base delle produzioni nelle aree vocate della Puglia, con la 43.264 bottiglie della DOC Castel del Monte, le 15.800 della DOC Salice Salentino Negroamaro rosato spumante, le 12.538 bottiglie di spumante IGT Daunia, le 7.496 IGT Murgia, le 469.522 della IGT Puglia, 240.010 della IGT Salento  e le 121.300 IGT Valle d’Itria.            Se in Puglia lo spumante si classifica tra gli acquisti irrinunciabili nello shopping delle feste, “anche in Italia e all’estero – sottolinea la Coldiretti regionale – le bollicine pugliesi si stanno facendo largo con un consolidamento generale delle esportazioni. Nel 2023 è stato registrato un aumento dell’export dei vini pugliesi verso l’UK con +39,7% – spiega Coldiretti Puglia – seguito da Albania con +28%, Paesi Bassi +22,2%, Francia con +15,2%, Germania con +10,5% e Stati Uniti con +6,5%, mentre i vini pugliesi perdono quota in Cina con – 34,9%, Svezia con -22,9% e Svizzera con -10,2%”.”Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesano però – sottolinea la Coldiretti regionale – la contrazione generalizzata dei volumi di vendita  sia sul mercato interno che su quello estero, le fluttuazioni dei prezzi di mercato in un’annata già critica per l’andamento climatico sfavorevole con la peronospora che ha tagliato la produzione pugliese, a fronte del considerevole incremento dei costi di produzione, sta riducendo considerevolmente i margini aziendali, con il serio rischio non solo di mettere in difficoltà le imprese ma di avere una negativa forte ripercussione sui produttori, con l’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un aumento che ha raggiunto il +58% negli ultimi due anni, si aggiunge al pesante gap logistico nazionale e frena l’export del vino Made in Italy nel mondo2.La Puglia – evidenzia la Coldiretti – si sta imponendo con gli spumanti, dove grande è la capacità di innovazione dei produttori pugliesi che hanno puntato, soprattutto, sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale, facendo concorrenza a territori storicamente imbattibili. “La popolarità internazionale di eccellenze varietali dei vigneti quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini DOP quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia  – il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione”.Secondo uno studio della Coldiretti, la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura; 2) industria trasformazione; 3) commercio/ristorazione; 4) vetro per bicchieri e bottiglie; 5) lavorazione del sughero per tappi; 6) trasporti; 7) assicurazioni/credito/finanza; 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri; 9) vivaismo; 10) imballaggi come etichette e cartoni; 11) ricerca/formazione/divulgazione; 12) enoturismo; 13) cosmetica; 14) benessere/salute con l’enoterapia; 15) editoria; 16) pubblicità; 17) informatica; 18) bioenergie.

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