Burocrazia e selva di norme fanno pagare un conto salato ai cittadini e alle imprese. I ritardi decisionali causati dal groviglio di regole rendon
Burocrazia e selva di norme fanno pagare un conto salato ai cittadini e alle imprese. I ritardi decisionali causati dal groviglio di regole rendono l’Italia uno dei Paesi meno efficienti d’Europa, con costi annui per le aziende che, secondo il Centro studi della Cgia, toccano la cifra monstre di 103 miliardi di euro, di cui ben 80 miliardi pesano sulle spalle delle Pmi, le piccole e medie imprese.L’eccessiva complessità normativa rappresenta un serio ostacolo al corretto funzionamento della Pubblica amministrazione, i suoi oneri frenano chi vuole fare impresa. E, come sempre accade, nel Mezzogiorno d’Italia va anche peggio. L’Institutional quality index (Iqi), ovvero l’Indice della qualità delle istituzioni pubbliche, relega agli ultimi posti le province meridionali. Quelle pugliesi e lucane non fanno eccezione. Nella classifica delle 106 province, che vedono Trento al primo posto per efficienza e Vibo Valentia all’ultimo, la meglio posizionata è Lecce, al 67esimo. Seguono Potenza al 68esimo, Bari al 72esimo, Bat al 75esimo, Brindisi all’83esimo, Matera all’84esimo, Taranto all’88esimo e infine, fanalino di coda tra le «nostrane», Foggia, al 97esimo.
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