In Puglia pochi scolari usufruiscono del servizio mensa: appena il 16,9 per cento. Non va meglio per la scuola a tempo pieno, frequentata solo dal 18,
In Puglia pochi scolari usufruiscono del servizio mensa: appena il 16,9 per cento. Non va meglio per la scuola a tempo pieno, frequentata solo dal 18,4 per cento degli alunni. Cifre che vedono la regione tra le ultime in classifica in Italia.
La classifica generale italiana ha stabilito che il 55,2% degli alunni della scuola primaria, poco più di un bambino su due, ha accesso al servizio mensa e solo il 40% al tempo pieno, ma con forti differenze tra territori: si passa tra il 6% e l’8% nelle province di Palermo, Ragusa e Siracusa, al 96% di Firenze.
Sono cinque Regioni del Sud a registrare le percentuali più basse: l’11,2% in Sicilia, seguito dal 16,9% in Puglia, il 21,3% in Campania, il 25,3% in Calabria e il 27,4% in Molise.
Le regioni più virtuose sono invece Liguria (86,5%), Toscana (82,7%) e Piemonte (79,4%). Save The Children chiede di istituire un Fondo di contrasto alla povertà alimentare a scuola e di aumentare le risorse a sostegno del Fondo di solidarietà comunale per garantire un pasto sano al giorno a scuola, a partire dai bambini in condizione di povertà estrema.
Secondo uno studio condotto insieme all’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani rendere gratuita la mensa scolastica per il 10% dei bambini delle primarie, a partire dai più poveri, comporterebbe una spesa di bilancio di circa 243 milioni che salirebbe a circa 2,4 miliardi se si volesse assicurare il servizio gratuito a tutte le bambine e i bambini della scuola primaria. Per l’organizzazione è «prioritario riconoscere la mensa come un servizio essenziale anche per contrastare la povertà assoluta e l’abbandono scolastico, che riguardano rispettivamente il 13,4% e l’11,5% dei minori del nostro Paese».
Lo studio evidenzia inoltre che due alunni della scuola primaria su cinque in italia (40%) beneficiano del tempo pieno, con le percentuali più basse in Molise (9,4%), Sicilia (11,1%) e Puglia (18,4%) le più alte nel Lazio (58,4%), in Toscana (55,5%) e in Lombardia (55,1%).
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