Puglia, niente concessioni demaniali nelle zone delle dune costiere

È uno dei più affascinanti processi naturali: il vento preleva la sabbia dalla spiaggia e la trasporta fino a che non trova un ostacolo, ad esempi

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«Dune ai privati», la Regione Puglia verso il dietrofront

È uno dei più affascinanti processi naturali: il vento preleva la sabbia dalla spiaggia e la trasporta fino a che non trova un ostacolo, ad esempio bassa vegetazione bassa. Qui nasce la duna, con questa vegetazione ostinata, che sopravvive praticamente senz’acqua e in condizioni difficili, che pettina il vento costringendolo ad abbandonare i granelli di sabbia. Il terreno s’innalza, ma la vegetazione tiene il passo e non viene sepolta, come spiegano gli esperti di MonboBalneare. All’importanza del sistema delle dune in Puglia è stato dedicato l’incontro del Gruppo Europa Verde di Bari e della Federazione Europa Verde Puglia, in collaborazione con l’ordine dei Geologi della Puglia, un dibattito finalizzato a sottolineare il valore di patrimonio naturale, ecologistico e paesaggistico.

Ha introdotto i lavori l’assessore regionale all’Ambiente, Territorio e Paesaggio Anna Grazia Maraschio ed hanno partecipato con interventi autorevoli, il prof. Massimo Moretti (Scienze Ambientali, UniBa), la dott.ssa Giovanna Amedei (Presidente Ordine Geologi della Puglia) e il prof. Dino Borri (prof. emerito di tecnica e pianificazione urbanistica).
«L’incontro si è proposto come un accorato appello, basato su importanti acquisizioni scientifiche, rivolto alla Regione Puglia, perché faccia un passo indietro – si legge in una nota – su quanto determinato con la modifica alla Legge regionale pugliese 17/2015. L’atto, contro il quale ferma è l’opposizione di Europa Verde, abolisce il divieto di concessioni demaniali nelle zone delle dune costiere e nelle fasce costiere protette. Tra gli aspetti salienti evidenziati è stata sottolineata l’impossibilità da parte del privato di procedere ad una efficace opera di monitoraggio a tutela delle dune. L’operazione, infatti, necessita di sofisticata strumentazione che possa studiare lo stato vegetativo e la composizione delle sabbie».

Secondo Europa Verde «l’articolo 66 della legge regionale 32/2022, finirebbe con il consentire l’utilizzazione delle dune per la fruizione balneare e per l’impianto di strutture di accesso: è stato infatti eliminato il divieto di concessioni demaniali nelle zone dei cordoni dunari e nelle fasce costiere protette, mettendo così a rischio il delicato equilibrio ecosistemico e sottraendo alla costa regionale un importante barriera di protezione rispetto all’avanzamento delle acque in uno scenario, nel nostro Paese, di crescente allarme indotto dal cambiamento climatico ormai evidente a tutti, anche nelle sue conseguenze più drammatiche. I cordoni dunari in Puglia sono in forte decrescita e ovunque risultino diminuiti, non si è più riusciti a favorirne la ricostituzione».
La nuova norma regionale ha sollevato un dibattito ampio e approfondito sull’impatto che avrebbe sull’ecosistema costiero della regione, proprio perché consente di utilizzare una delle poche aree della costa finora inconcedibili.Il coordinatore della Federazione Europa Verde Puglia, Domenico Lomelo, chiede il ritiro del cosiddetto emendamento «Piemontese» alla Legge regionale pugliese 17/2015 e la rivitalizzazione della cosiddetta Legge «Minervini» (LR 17/2006), con cui si stabilisce il principio del diritto di accesso al mare fissando una percentuale di spiagge libere pari al 60%, superiore rispetto a quelle da poter dare in concessione (40%).

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