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TREDICI consiglieri comunali hanno rassegnato le dimissioni dalla carica «finalizzate allo scioglimento del Consiglio comunale di Manfredonia ai sensi e per gli effetti dell’art.141, comma 11, lettera b, del TUEL». La lettera di dimissioni, consegnata a nome dei colleghi da Massimo Ciuffreda, al segretario generale del Comune di Manfredonia, Maurizio Guadagno, con la richiesta che «dette dimissioni vengano immediatamente registrate al protocollo comunale».
QUESTO vuol dire fine dell’amministrazione comunale Gianni Rotice, a poco meno di un biennio durante il quale sono state più le diatribe di ogni genere che le attività amministrative proprio di un governo eletto e tanto per una manifesta incapacità di amministrare continuamente denunciata non solo in consiglio comunale ma dalle varie componenti del tessuto economico e sociale della città.
UN TENTATIVO di rovesciare il governo Rotice c’era già stato il primo settembre scorso. Anche allora erano tredici i consiglieri pronti a sottoscrivere le dimissioni, ma tutto fu vanificato dalla presenza, fra quei tredici consiglieri, di due franchi tiratori che avevano, secondo i susurri corsi, addirittura architettato di fare lo sgambetto agli altri undici che si sarebbero trovati dimessi dalla carica e quindi fuori dal consiglio che sarebbe tornato nel pieno controllo del sindaco. La crisi apertasi, appesantita dalle dimissioni del sindaco poi ritirate, non ha prodotto alcun cambiamento. Anzi.
QUESTA volta è andata diversamente (l’esperienza insegna). La tredicesima firma è quella della consigliera Sara Delle Rose, eletta in una lista del firmamento Rotice, che da settembre scorso ha esplicitato in un comunicato a puntate, tutte le cose che non andavano nella coalizione a servizio della giunta Rotice. Una denuncia incalzante, motivata, documentata, chiara e decisa culminata nella fuoriuscita dalla maggioranza già peraltro abbandonata, nel settembre scorso, dal gruppo di Forza Italia.
DEI tredici consiglieri, undici (Marco Di Bari, Sara Delle Rose, Raffaele Fatone, Michele Iacoviello, Gaetano Prencipe, Libera Rinaldi, Francesco Schiavone, Gianluca Totaro, Maria Teresa Valente, Maria Rita Valentino) hanno sottoscritto, le dimissioni pressi il notaio Antonio Longo di San Marco in Lamis, mentre Giulia Fresca e Angelica Ciuffreda, fuori Manfredonia per ragioni di lavoro, hanno depositato la propria firma rispettivamente presso il notaio Francesco Gasbarri di Roma, e presso il notaio Gaia Sinesi di Bari.
A POCO più di quattro anni, Manfredonia si ritrova alle prese con la caduta della civica amministrazione eletta (quella venne dimissionata dopo nove anni di permanenza a Palazzo San Domenico) e con l’arrivo di un commissario prefettizio che si insedierà nel Comune di Manfredonia fino alle nuove elezioni amministrative che, se non ci saranno fatti nuovi, potranno celebrarsi a giugno prossimo in uno con le europee. In ogni caso si chiude una pagina dolorosa per Manfredonia ancor più cocente perché si era sperato che i tempi bui erano cessati. Invece…
Michele Apollonio
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