Puglia, il pasticcio della legge che blocca tutte le assunzioni

Una legge regionale da lunedì obbliga gli enti locali ad attingere «prioritariamente» dalle graduatorie dei concorsi pubblici banditi dalla stessa Reg

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Una legge regionale da lunedì obbliga gli enti locali ad attingere «prioritariamente» dalle graduatorie dei concorsi pubblici banditi dalla stessa Regione, in cui ci sono migliaia di idonei. Approvata con le migliori intenzioni la norma sta però producendo l’effetto opposto rispetto a quello che si proponeva: diversi Comuni stanno infatti congelando le assunzioni, in attesa di capire cosa succederà.

La legge salva-idonei blocca i Comuni della Puglia

Il primo punto è la possibile incostituzionalità. La Consulta ha più volte affermato che le Regioni non hanno potestà in materia di pubblico impiego (l’ordinamento civile è riservato allo Stato), e del resto anche l’ufficio legislativo del Consiglio regionale aveva espresso enormi dubbi sulla formulazione della norma poi approvata con voto unanime da maggioranza e opposizione: la Regione non si è limitata a rivolgersi alle proprie società controllate, ma pretende infatti di imporre per legge le proprie graduatorie non solo alle amministrazioni locali, ma persino a scuole, Università e Camere di commercio. È dunque ipotizzabile l’impugnazione da parte del Governo, anche perché molte di quelle amministrazioni applicano un contratto collettivo diverso da quello degli enti locali e mai potrebbero assumere dalle graduatorie regionali.

Ma nel frattempo c’è un problema pratico. La legge 24/2023 dice che gli enti «nello svolgimento della procedura assunzionale, attingono prioritariamente, nel caso di uguali figure professionali, dalle graduatorie definitive approvate della Regione Puglia, fatte salve le graduatorie vigenti presso le suddette amministrazioni». Il risultato immediato è che i Comuni in cui sono in svolgimento concorsi per figure professionali già presenti nelle graduatorie della Regione sono ora di fronte a un problema non di poco conto: se andranno avanti con la propria procedura concorsuale e la concluderanno con l’assunzione, rischieranno infatti il ricorso da parte del primo degli idonei della graduatoria regionale. Ecco perché la soluzione, per il momento, sembra quella di bloccare tutto.

La questione è molto sentita ad esempio al Comune di Bari. «Il problema esiste, lo stiamo studiando e qualcosa ci inventeremo», dicono dagli uffici che però per il momento sono in stallo. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che la Regione cede a terzi le sue graduatorie con una «clausola di ritorno» per proteggere le risorse spese nella selezione: significa che può chiedere in qualunque motivo la «restituzione» del candidato idoneo per assumerlo nei propri uffici. Un Comune si troverebbe dunque oggi a far scorrere la graduatoria del concorsone senza avere alcuna certezza, magari costretto tra sei mesi o un anno a ricominciare da zero. Un bel pasticcio a cui sfuggono soltanto gli enti che hanno una propria graduatoria pre-vigente. Ma i concorsi in svolgimento? Nessuno sa cosa potrà accadere. Ecco perché, a questo punto, non resta che attendere la Corte costituzionale.

Sempre in tema di personale, stamattina la Seconda commissione presieduta da Antonio Tutolo ascolterà l’assessore Gianni Stea e il capo dipartimento Ciro Imperio sulla procedura di stabilizzazione dei funzionari dell’Agricoltura raccontata la scorsa settimana dalla «Gazzetta». Il consigliere Fabio Romito (Lega) ha invece convocato il dipartimento Salute e la Sanitaservice Asl Bari sul caso dei sindacalisti nominati coordinatori del servizio 118.

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