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la Puglia freme, l’Azzurro è una calamita. Il San Nicola sabato contro Malta sarà uno spettacolo (fino a ieri alle 18 venduti 52650 biglietti), cornice entusiasta e supporto incesante ad una Nazionale che cerca conferme e rilancio dopo la delusione del Mondiale mancato e la triste vicenda legata alle dimissioni di Mancini. L’avvento di Spalletti ha prodotto uno scossone positivo, nel modo di fare calcio e nell’apporoccio con i tifosi e dei tifosi.
Presidente Gravina, ha festeggiato un compleanno speciale in un momento particolare del calcio italiano: che fase stiamo vivendo?
«Siamo in una fase evolutiva. Anche grazie agli studi e alle analisi svolte dalla FIGC, il sistema calcio ha preso finalmente coscienza dei problemi strutturali, non solo di quelli superficiali. Adesso, tutti insieme, dobbiamo impegnarci nel risolverli. Il ruolo di stimolo incessante che stiamo esercitando deve arrivare ad una soluzione concreta entro fine anno. Per questo ho già riunito due volte le componenti federali con l’impegno di rivederci ancora: la priorità è mettere in sicurezza il calcio professionistico sotto il profilo economico-finanziario».
La Nazionale torna a Bari dopo sette anni, in un San Nicola rimesso a nuovo: l’impianto barese potrà diventare una tappa fissa nel futuro azzurro?
«Il ritorno della Nazionale a Bari è stato reso possibile dallo sforzo profuso dalle istituzioni locali, che ringrazio, dalla disponibilità della società biancorossa e dalla stessa FIGC, che ha deciso di contribuire direttamente ad alcune migliorie, come già fatto in altri impianti del meridione, per tornare a contaminare d’azzurro anche luoghi dove l’Italia manca da troppo tempo. La Nazionale italiana di calcio è patrimonio di tutto il Paese».
Si va verso il tutto esaurito: da pugliese, quanto la inorgoglisce la risposta del pubblico?
«L’entusiasmo dei miei corregionali è straordinario, vogliamo regalare al pubblico del San Nicola una notte di grandi emozioni. Da pugliese non sono per niente sorpreso e ne sono profondamente orgoglioso».
Si gioca contro Malta, ma il risultato è fondamentale: nel percorso di qualificazione ad Euro 2024 sono tutte decisive e una mancata partecipazione proprio non si può contemplare…
«Nel nuovo percorso intrapreso dal ct Spalletti ogni giorno passato insieme è importante, si sta delineando l’identità che l’allenatore vuole dare a questa squadra. In questa ottica, tutte le gare sono fondamentali, a maggior ragione le vittorie».
Il problema del nostro calcio restano i pochi convocabili: oltre gli interventi su liste e settori giovanili, si può pensare a regole più stringenti tipo un utilizzo minimo di italiani nell’undici base, un po’ come avviene con ottimi risultati in pallavolo e pallanuoto?
«La nostra realtà è molto diversa, le regole che sovrintendono la libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea non ci consentono di imporre ulteriori strumenti normativi. Eppure, stiamo constatando con grande interesse come in questa stagione sia cresciuto il minutaggio dei giovani italiani. I risultati delle Nazionali giovanili e l’esempio “positivo” della Serie B sono sotto gli occhi di tutti, ma anche nel massimo campionato si stanno mettendo in evidenza sempre più calciatori selezionabili in azzurro. Bisogna insistere perché è questa la strada giusta, sia sotto il profilo tecnico sia per quanto riguarda la gestione finanziaria».
A distanza di due mesi, ha metabolizzato la delusione per l’improvviso addio di Mancini?
«Al di là della delusione personale, la mia priorità è sempre stata offrire alla Nazionale la migliore opportunità tecnica e credo di esserci riuscito. Vogliamo vincere e divertire per continuare ad alimentare il sogno azzurro anche e soprattutto tra i giovani».
Come vede crescere il progetto con Spalletti?
«È affascinante osservare da vicino la cura del dettaglio nel lavoro del commissario tecnico, l’entusiasmo dei calciatori è palpabile e la sua motivazione è di grande stimolo anche per lo staff federale. C’è ancora bisogno di tempo, ma la sua impronta è già ben visibile».
Bari e la famiglia De Laurentiis sono anche sinonimo di multiproprietà nel calcio: tale istituto è destinato davvero all’estinzione come previsto dalle disposizioni federali oppure i grandi proprietari europei potrebbero cambiare gli scenari?
«Abbiamo compiuto una scelta ragionevole, peraltro molto apprezzata, concedendo un tempo congruo all’attuale proprietà per risolvere la questione. Questa impostazione normativa è condivisa anche dal resto d’Europa».
Con l’attribuzione di UEFA Euro 2032 è stato ufficializzato il binomio Italia -Turchia: perché avete scelto di non correre più in solitudine?
«Perché crediamo nel calcio come strumento di cooperazione e di amicizia, a maggiore ragione oggi, che viviamo in un contesto internazionale purtroppo incendiato dall’odio e dalla sofferenza. Inoltre, senza passi avanti concreti negli ultimi mesi sulla situazione legata agli impianti, questo è un progetto più realistico e maggiormente sostenibile. Con questa scelta, sono convinto organizzeremo il campionato europeo più bello di sempre, con positive ricadute in entrambi i Paesi e in tutta la UEFA».
Con l’assegnazione ai due Paesi il dossier originario dovrà essere rivisto, qualche città italiana rischierebbe il «taglio»?
«Auspico una concorrenza virtuosa tra i diversi territori e le città inserite nel dossier, compresa Bari. Abbiamo guadagnato altri tre anni per definire la lista degli stadi coinvolti, c’è tempo per tutti per presentarsi ad ottobre del 2026 con un progetto approvato e finanziato così da essere inclusi nella short-list definitiva».
Presidente, riuscirà a riportare la Nazionale ad essere una presenza costante e competitiva nelle grandi manifestazioni?
«Stiamo lavorando per questo, vogliamo coinvolgere il maggior numero di appassionati e per farlo, ovviamente, servono le vittorie. Ma siamo consci delle difficoltà e della concorrenza, per questo sarebbe un grave errore darle per scontate. In questo senso, anche il ruolo dei media diventa fondamentale. Vogliamo raccontare agli italiani una nuova storia avvincente e ci riusciremo».
Lei al calcio, Manfredi alla pallavolo. La Puglia ai vertici delle due federazioni più . Che rapporto ha con Manfredi e con il mondo del volley?
«Con Giuseppe ho un ottimo rapporto di stima e collaborazione, abbiamo la stessa visione del mondo dello sport. E sono un grande tifoso delle Nazionali azzurre di volley».
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