La Puglia perde 22 mila residenti, ma ha 20 mila occupati in più: l’analisi dell’Inps tra luci e ombre

Lo scorso anno la Puglia ha perso oltre 22 mila residenti, chiudendo l’anno a 3,9 milioni di cittadini (il 6,6% dell’Italia). E tra nascite e decess

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Lo scorso anno la Puglia ha perso oltre 22 mila residenti, chiudendo l’anno a 3,9 milioni di cittadini (il 6,6% dell’Italia). E tra nascite e decessi, nel 2021, il saldo è ancora negativo di 20 mila persone con un flusso tra emigrati e immigrati che non colma affatto il gap. L’aspetto positivo? La crescita dell’economia non manca e il territorio ha superato la crisi pandemica con segnali di aumento degli occupati. La fotografia è quella scattata dall’Inps nel «Rendiconto sociale regionale del 2022», presentato a Bari. 

La Puglia perde 22 mila residenti, ma ha 20 mila occupati occupati in più: l'analisi dell'Inps tra luci e ombre

In calo cig e licenziamenti

«Il rapporto – ha detto Giuseppe Deleonardis, presidente del comitato regionale Inps – rappresenta un momento importante di coinvolgimento degli attori sociali, il mondo dei lavoratori, delle imprese e degli stakeholder. Le prestazioni della cassa integrazione sono diminuite passando da 113,6 milioni di ore erogate del 2020 a 64,8 milioni del 2021, sino a una drastica riduzione a 17,4 milioni del 2022. La sospensione dei rapporti di lavoro, invece, si è fortemente ridotta a 63.291 contratti dello scorso anno (a fronte di 169.078 del 2021), nonostante una situazione di crisi accentuata su Taranto, dove la sospensione lavorativa è passata da 3.128 del 2021 in piena pandemia a 11.208 del 2022, mettendo ulteriormente in risalto la nota “questione tarantina”. Ancora: i dati sull’andamento dell’occupazione evidenziano l’eccessiva flessibilità e la forte precarizzazione del lavoro e il dilagare dei cosiddetti lavoratori poveri riveniente dalle forti manomissioni intervenute in questi anni».

La crescita dell’occupazione

Tra assunzioni e cessazioni l’andamento porta a un saldo di 20.775 contratti. Si passa così a un aumento dell’occupazione da 618.719 lavoratori del 2021 a 667.513 del 2022 (più 7,9%, di cui il 5,3% a tempo indeterminato, il 18% a tempo determinato e per l’11% stagionale). Ma quelli a tempo determinato hanno maggiormente interessato le donne (27, 1%). Il tasso medio di occupazione, invece, è migliorato: dal 40,4% del 2021 al 42,6% del 2022 (è al di sotto del 10% rispetto a quello nazionale). «Vi è stato anche un leggero miglioramento del tasso di disoccupazione – ha proseguito Deleonardis – passato nel 2022 al 12,1% rispetto al 14,6% del 2021, pur mantenendo un forte divario rispetto al dato nazionale che è dell’8, 1%. Inoltre, resta alta la percentuale di inattività, di chi decide di non trovare più lavoro, di quanti hanno perso la speranza di un lavoro stabile, qualificato, rispondente alla propria formazione, interessando principalmente le fasce di età tra i 15 e i 24 anni e over 50». Rilevante la richiesta di reddito e pensioni di cittadinanza: lo scorso anno sono pervenute 153 mila domande di cui 100 mila ammesse (un terzo non aveva i requisiti). Mentre le pensioni liquidate sono state 53.114 (l’anno precedente erano 56.334).

Le performance della Puglia – secondo Vincenzo Tedesco, direttore regionale Inps Puglia – sono importanti: «Indicano un aumento dei parametri economici anche più sostenuti di altri territori del Sud». Per quanto riguarda le azioni di vigilanza e contrasto al lavoro nero c’è il disconoscimento di 8.878 rapporti fittizi e la scoperta di 456 aziende irregolari, con l’accertamento di 332 lavoratori in nero. Si registrano mille accessi in meno rispetto alle azioni di vigilanza e un tasso di irregolarità in aumento che passa dal 60,9% del 2021 al 68% del 2022 (il settore edile sfiora il 72%, il terziario il 71%). «Trattasi – conclude lo studio – di violazioni su salute e sicurezza, mancato rispetto in materia di orari di lavoro e finti part-time. La vigilanza ha accertato 405 reati di interposizione illecita, in particolare nei settori del trasporti (103), nei servizi alle imprese (125), nell’industria (10) e in agricoltura (9), con 22 denunce per caporalato di cui 21 in agricoltura».
All’appuntamento sono intervenuti Roberto Ghiselli, presidente del consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps che ha sottolineato l’importanza dei contributi forniti dalle territoriali e Gabriella Leone, docente di diritto del lavoro Uniba. Ha moderato Francesco Miscioscia, dirigente regionale area entrate e vigilanza Inps Puglia.

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