A Mattinata la “Festa dei popoli”, iniziativa solidale per i lavoratori stranieri del Foggiano

A Mattinata, dove nei campi le braccia di migranti portano avanti il Made in Italy, si vuole dare risalto al lavoro, al sudore e alla fatica delle per

Manfredonia: il porto dei desideri
Al via la vendemmia in Puglia tra rincari e clima impazzito
La rete ‘No Cap’ assolda altri 60 lavoratori dal ghetto di Borgo Mezzanone: “Avranno un contratto”

A Mattinata, dove nei campi le braccia di migranti portano avanti il Made in Italy, si vuole dare risalto al lavoro, al sudore e alla fatica delle persone che partono da lontano, attraversano il Mediterraneo per vivere in Italia perdendo di vista se stesse. Negli immensi campi di pomodoro è troppo facile vedere gli africani che, con la schiena piegata, continuano a raccogliere ortaggi sotto il sole di agosto. Si tratta di braccia preziose, sono quelle che portano avanti il “Made in Italy”, braccia irrinunciabili.

Senza di loro non ci sarebbe nessuna raccolta per le difficoltà a reperire italiani pronti a farsi avanti e a fare lavori così pesanti. Con la Festa dei Popoli, don Luca, parroco di Mattinata, fa di tutto per unire, condividere le difficoltà e aiutare i popoli stranieri che convivono nel foggiano. Per questo, a Mattinata nei primi giorni di settembre, la comunità si raccoglie sul sagrato della chiesa Santa Maria della Luce, dove si creano momenti di ascolto e condivisione per stare insieme a chi è nato in altri luoghi e si è avventurato in Europa alla ricerca di un lavoro come sigillo di garanzia non solo della propria sopravvivenza, ma anche di quella della sua famiglia.

Diversi i temi discussi in questa V edizione: dall’gricoltura sostenibile alla diffusione di una cultura antimafia fino all’educazione alla legalità. Il dibattito iniziale è stato condotto dalla giornalista Rosita Stella Brienza insieme a Domenico La Marca, coordinatore del progetto Su. Pr. Eme Capitanata e Pietro Fragasso, presidente della cooperativa Pietre di Scarto di Cerignola. Poi, una pièce teatrale di Stefania Marrone e Mamadou Diakitè sulle tragiche fasi di un viaggio che parte dalla costa occidentale dell’Africa fino a Lampadusa. Tra urla di bimbi in festa e ginocchia sbucciate erano sette i Paesi africani che hanno dato prova della bontà del loro cibo, mentre in chiesa, c’è ancora uno spazio dove è possibile visitare la mostra fotografica “Alla fine del viaggio” realizzata da Nicola Spadafranca. 

COMMENTI

WORDPRESS: 0