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I TEMII temi emergenti di un territorio in sofferenza nel tradizionale messaggio dell’arcivescovo padre Franco Moscone, al termine della processione della «Regina di Siponto che abbiamo portato festosamente per le vie e delle piazze della nostra città», pronunciato dalla loggia della cattedrale diretto al popolo stipato in ogni angolo della Piazza Papa Giovanni XXIII.
«LA FESTA è buona e vera, se oltre al rallegrare esternamente ed al luccicare di insegne luminose e manifestazioni folkloristiche, porta ogni anno alla presa di coscienza della propria situazione comune (tanto di città che di Chiesa), se muove le coscienze e stimola a progetti e decisioni che migliorano la città, la Chiesa, il popolo ed il territorio».
AL DI FUORI di ogni retorica, il Presule sipontino va sul concreto citando due episodi «legati al dramma dell’immigrazione» entrambi occorsi nel ghetto di Borgo Mezzanone: 23 gennaio «due nostri fratelli Ibrahim e Queen, sono morti nel sonno per le esalazioni di monossido di carbonio provenienti da un braciere acceso per combattere il freddo»; l’11 luglio «questa volta vittime sacrificali, nel torrido dell’estate del Tavoliere, sono due fratellini Stefan e Daniel di 6 e 7 anni, annegati in una vasca per l’irrigazione dei campi in agro di Fonterosa». Sollecitando interventi (cita i fondi del PNRR) indirizzati sulle strutture del Tavoliere per renderle «degni luoghi di abitazione e lavoro», l’arcivescovo rileva che «è sempre più necessaria la presa di coscienza responsabile dell’opinione pubblica e l’impegno concreto delle Istituzioni civili per trovare vie di soluzione agli enormi problemi delle zone periferiche della grande pianura del Tavoliere, ove ormai con scadenze ravvicinate vediamo morire di stenti, miseria, mancata custodia di minori e mancanza di sicurezza troppe persone, addirittura dei bambini!».
DOPO «le due icone di tragedie nella carne di nostri fratelli e sorelle immigrati, di bambini innocenti», padre Moscone esterna «due denunce su temi che continuano a dimostrarsi deboli, ma che con la presa di coscienza e l’impegno di tutti possono invertire la marcia e “trasfigurare” il nostro popolo e territorio»: il lavoro e l’ambiente cui aggiunge la legalità «come garanzia di una economia integrale che salva e cura territorio e popolo».
L’OBIETTIVO proposto da padre Moscone è “la sostenibilità sociale” frutto del saper coniugare il binomio “sostenibilità economica” – “sostenibilità ambientale. «Esiste ciò che chiamerei obiettivo del “prezzo minimo” per i prodotti agricoli e ittici. Serve ad evitarne sia lo spreco dei prodotti che l’abbattimento dei costi tagliando solo sul salario del personale impiegato». Ricorda come «l’Agricoltura sana e professionale è “presidio” dell’Ambiente, come la Pesca sana e responsabile è “presidio” del Mare. Solo una sana Agricoltura e una Pesca responsabile possono essere “presidio” e sviluppo-volano dell’imprenditoria turistica di cui il Gargano è ormai da decenni regione con vocazione e missione riconosciuta a livello internazionale».
L’ATTENZIONE per l’ambiente «va collegata con la difesa e sviluppo di una mentalità che sceglie la logica della legalità. Perché la legalità eserciti la sua forza positiva e di autentico volano di sviluppo socio-economico e di costruzione della cultura del bene comune, vanno sconfitte il commercio della droga/ghe e il facile uso delle armi». Un richiamo alle «istituzioni, civili ed ecclesiali, perché siano di aiuto e capaci di prossimità, chiamate a verificare regolarmente la coerenza tra le loro finalità e le loro azioni, tra ciò che propongono e ciò che attuano».
L’ARCIVESCOVO Moscone invita infine «a provare a sognare una città e una Chiesa nuove che generino vita, speranza e futuro» e a mettere «tutto il nostro impegno perché il sogno diventi realtà».
Michele Apollonio
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