Puglia senza aerei antincendio: scontro sull’appalto milionario

In mezzo alla controversia amministrativa, la Protezione civile — che da fine luglio è diretta dall’ingegnera Barbara Valenzano — ha dovuto affrontare

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In mezzo alla controversia amministrativa, la Protezione civile — che da fine luglio è diretta dall’ingegnera Barbara Valenzano — ha dovuto affrontare anche il problema urgente dei mezzi aerei da utilizzare contro gli incendi, riattivando una convenzione con il ministero dell’Interno che ha consentito l’uso dei cosiddetti Canadair di Stato. Sono stati proprio questi aerei a intervenire il 26 luglio a Ugento quando è bruciata in parte la pineta ed è stata evacuata una masseria, poche ore dopo a Vieste e poi a San Cataldo di Lecce.

Sempre loro a spegnere le fiamme il 16 agosto a Martina Franca, scongiurando la distruzione di 90 ettari di vegetazione; il 19 a Santa Cesarea Terme, dove sono state evacuate case e due alberghi, il 21 a Rivabella di Gallipoli. E presumibilmente questi non saranno gli ultimi interventi effettuati in Puglia, considerato che anche per le prossime ore sono previste temperature roventi. Il problema dell’utilizzo di tali velivoli, però, è che sono a disposizione di più Regioni e il numero di quelli dislocati sul territorio nazionale è e insufficiente per coprire tutte le richieste di aiuto.

Proprio con l’obiettivo di essere il più possibile autonoma nella lotta al fuoco, la Regione Puglia nel 2021 aveva indetto un appalto da 4,5 milioni per l’attivazione del servizio aereo antincendioper 73 giorni consecutivi nelle estati 2021, 2022 e 2023. Nel maggio 2021, quando ancora il dirigente della Protezione civile era Mario Lerario, l’appalto era stato aggiudicato alla Air Sp&A, che al costo di 3,6 milioni aveva messo a disposizione due velivoli ad ala fissa Fire Boss (AT-802). Il primo anno il servizio era stato svolto regolarmente, ma già nel secondo c’erano state alcune missioni saltate che, tuttavia, non avevano impedito che alla ditta venissero liquidati i primi due milioni di euro. Nello scorso gennaio, però, altri nodi sono venuti al pettine: la società ha sollevato alcune eccezioni sulla non conforme applicazione del contratto e la Protezione civile, da parte sua, ha paventato l’applicazione di penali. Successivamente, alla richiesta di liquidare una fattura da 334mila euro, è stato risposto picche e i contrasti sono diventati insanabili.A giugno la Air Sp&A ha comunicato che Aeroporti di Puglia le aveva tolto le basi di Foggia e Grottaglie e che avrebbe inteso concluso il contratto «per giusta causa». Ma la Regione ha obiettato che nel capitolato era espressamente previsto che la ditta garantisse la disponibilità di almeno due velivoli e delle basi per l’espletamento del servizio. Mancando questo presupposto, la società si sarebbe resa responsabile di «un grave inadempimento contrattuale», è scritto nell’atto dirigenziale con cui il 14 luglio è stata disposta la risoluzione del contratto. Considerato poi che la appaltatrice si è tirata indietro alla vigilia dell’estate, quando l’intervento dei due Fire boss era più che mai necessario, la Protezione civile ha avviato anche le verifiche per capire se la Air Sp&A debba risarcire i danni alla Regione. Una segnalazione verrà inoltrata anche all’Anac.

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