Più che i cocktail stessi, la tendenza è verso il mezcal e la tequila. Raggruppati nella famiglia dell’agave, dal nome della pianta utilizzata per la
Più che i cocktail stessi, la tendenza è verso il mezcal e la tequila. Raggruppati nella famiglia dell’agave, dal nome della pianta utilizzata per la loro produzione esclusivamente in Messico, questi due alcolici occupano ora un posto privilegiato sugli scaffali dei cocktail bar sofisticati. L’aroma affumicato del mezcal apre le porte a ogni sorta di creazione, mentre il lato vegetale e meno stravagante della tequila permette di realizzare grandi classici intramontabili, come il margarita.
Inoltre, negli ultimi anni sono emerse diverse tendenze, tra cui il no-low. Si tratta di cocktail alleggeriti o completamente privi di alcol. Infine, si nota un forte ritorno di altre due composizioni chiave del repertorio italiano: il negroni e l’americano.
In linea con lo spritz, Matthias Giroud prevede un avvicinamento ancora più stretto tra vino – anche fermo – e mixology. “ Il mondo dei cocktail e quello del vino si incontreranno. L’obiettivo è fare cose raffinate rispettando il vino, ad esempio una creazione a base di vino bianco, liquore ai fiori di sambuco e verjus, il succo dell’uva giovane, che apporta un’acidità molto elegante” .
Chiamati anche mocktail, queste opzioni analcoliche sono popolari. Apprezzati dai clienti in cerca di sobrietà, questi cocktail sono anche un modo di reinventarsi per i bartender, che esprimono il desiderio di spingere al limite la propria creatività. “Analcolico è più di una tendenza, è una rivoluzione, perché è totalmente nuovo nell’approccio. Non si tratta più di togliere l’alcool da un cocktail già esistente, è un nuovo modo di creare. È anche più impegnativo”, dichiara Matthias Giroud.
Matthias Giroud
Matthias Giroud ha iniziato la sua carriera giovanissimo, all’età di 18 anni, presso il famoso Barfly di Parigi. Nel 2008, è stato nominato “worldwide executive bar chef development” per il gruppo Buddha Bar e, nel 2009, è diventato il primo executive bar chef francese a essere nominato nella prestigiosa classifica dei 50 migliori bar del mondo con il Buddha Bar di Parigi.Co-autore del dizionario dei cocktail “La Petite Bibliothèque des Cocktails” edito da Larousse. Oggi, insieme al suo socio, gestisce il laboratorio L’Alchimiste a Parigi, dedicato alla creazione di esperienze uniche che coniugano mixology e gastronomia.
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