Sale l’inflazione nel turismo che si traduce in una stangata per gli italiani pari a 3,9 miliardi di euro. A parlare sono i dati diffusi da Demoskopik
Sale l’inflazione nel turismo che si traduce in una stangata per gli italiani pari a 3,9 miliardi di euro. A parlare sono i dati diffusi da Demoskopika, secondo cui ad aumetare maggiormente sono stati i voli (+ 23,5%), i pacchetti vacanza (+17,7%), e il soggiorno (+12,8%) rispetto al 2022.
“I numeri sui rincari estivi diffusi oggi da Demoskopika riflettono un dato: abbiamo un problema di inflazione, anche nel turismo. Questi dati, però, non ci devono spingere ad agire in maniera istintiva. È compito del Ministero del turismo analizzare le cause per dare una ricetta corretta; l’aumento dei prezzi è come una febbre: è un sintomo, ma non è la causa, e in un momento come questo – dove il turismo, anche secondo l’FMI, è traino per l’economia nazionale – abbiamo il dovere di procedere con cautela e dare risposte che siano strutturali e non emergenziali”. Così il Ministro del turismo Daniela Santanchè in riferimento ai numeri da poco diffusi da Demoskopika.
“Come Governo- aggiunge- abbiamo scelto, sin dal primo momento, l’intervento per abbassare i costi di famiglie e imprese. Oggi, con l’aumento dei tassi di interesse e con il costo del denaro sempre più elevato, dobbiamo ipotizzare nuove soluzioni perché la crescita dei prezzi è un fenomeno trasversale, che sta investendo tutte le componenti dell’economia europea e che spesso viene influenzato o co-determinato da fattori esterni, riferibili a eventi traumatici e imprevedibili, come guerre o pandemie. È evidente che bisogna agire di squadra, coinvolgendo tutti gli attori interessati – grande distribuzione, commercianti, esercenti e produttori, associazioni di consumatori -, affinché l’inflazione non diventi strutturale. Il Governo si è prontamente attivato, anche attraverso un’azione sinergica dei Ministeri, e nel mese di giugno abbiamo assistito a una decelerazione dell’inflazione. Questo ci indica che bisogna insistere sulla rotta tracciata, portando avanti questa grande campagna contro l’inflazione, passata attraverso misure come i due tagli del cuneo fiscale che hanno riguardato principalmente i salari più bassi; senza dimenticare la ‘social card’ che ha apportato un sostanziale aiuto alle famiglie più bisognose”.
“Nel turismo, l’inflazione viene trainata dal caro-voli, rispetto al quale i Ministri Urso e Salvini hanno posto l’attenzione sul piano legislativo, focalizzando l’azione sul concetto di continuità territoriale, al fine di calmierare i rincari in primis per i cittadini di Sicilia e Sardegna, e anche monitorando eventuali pratiche commerciali scorrette da parte dei vettori. Ciò nonostante, l’ecosistema turistico si sta mostrando resiliente in diversi comparti, che registrano dati inflazionistici inferiori rispetto al dato generale del 16,2%: è il caso, per esempio, del turismo culturale – legato a cinema, teatri e concerti -, della ristorazione, dell’extralberghiero e del trasporto ferroviario. Dati che ovviamente non ci inducono ad abbassare la guardia; anzi, il Ministero del turismo intende continuare a monitorare l’andamento della situazione, per arrivare a un livello inflazionistico che non incida negativamente sui flussi e sulla spesa turistica. Non escludo che mi senta nel breve periodo con le Regioni per costruire insieme una risposta con interventi congiunti”, conclude.
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