Miramare. CARO COMPARE Giuseppe

A Genova, la ricostruzione del nuovo Ponte Morandi, a partire dalla consegna dell'area, è durata soltanto 12 mesi. Parliamo di un'infrastruttura n

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A Genova, la ricostruzione del nuovo Ponte Morandi, a partire dalla consegna dell’area, è durata soltanto 12 mesi. Parliamo di un’infrastruttura nazionale che registra una media di 43.200 veicoli al giorno, realizzata con oltre 67.000 metri cubi di calcestruzzo e quasi 25.000 tonnellate di acciaio. Un progetto esemplare, eseguito in deroga al Codice degli appalti grazie a un provvedimento speciale del Governo italiano.

E a Manfredonia? Beh, la valorizzazione del Campo Sportivo Miramare, a partire dalla sua consegna il 23 giugno 2021, ha richiesto ben 22 mesi, con il certificato di ultimazione dei lavori rilasciato solo il 23 aprile 2023. Parliamo di una superficie di circa 7.000 metri quadrati di erba artificiale e della sistemazione della copertura della tribuna, lavori che sembrano essere sfuggiti all’attenzione generale.
Gli interventi sono stati realizzati in assenza delle previste autorizzazioni previste dalla legge, ma al comune di Manfredonia, a partire dal RUP, pensano di poter applicare le norme utilizzate per il ponte Morandi di Genova.

Naturalmente, la proclamata conclusione dei lavori non ha risolto alcun problema. Si attende ancora il collaudo delle opere, l’omologazione sportiva da parte della Commissione Campi (che verifica la conformità dell’impianto alle norme federali della FIGC), l’omologazione del terreno in erba artificiale per le partite fino alla Serie D da parte della LND e, per finire, il rilascio del certificato di agibilità da parte della Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo nominata dalla Prefettura di Foggia. Insomma, c’è ancora parecchio da fare.

Non posso esimermi dal menzionare il solito nipote del Sindaco che sembra avere un ruolo di rilievo anche in questa vicenda, essendo il Direttore dei lavori al Miramare. Ironia della sorte o coincidenza? Chissà. Ma una cosa è certa, il suo coinvolgimento solleva ancora più dubbi sulla trasparenza e l’equità delle decisioni prese. Non posso fare a meno di chiedermi quali siano i criteri di selezione che portano a coinvolgere questo parente nelle opere pubbliche della città, palesando eventuali conflitti di interesse. Per non parlare del dilagante nepotismo, sul quale mi soffermerò in un’altra occasione.

E a proposito di presunti conflitti di interesse che coinvolgono il Sindaco, voglio solo far notare che Di Benedetto, Presidente del Manfredonia Calcio è giunto a scrivere testualmente in una Pec “la stessa società “Manfredonia Miramare” ha come rappresentante legale il Sig. Collicelli Iraldo, immediatamente riconducibile al Dominus di circostanza.” Dichiarazioni gravissime sulle quali, si spera, gli organi preposti possano fare chiarezza.

Ma ora concentriamoci su alcune questioni che vanno approfondite.
Con il contratto di concessione sottoscritto il 29 ottobre 2021, si stabilisce che l’utilizzo del campo sportivo da parte di terzi per la pratica degli sport consentiti è autorizzato dal concessionario stesso, tenendo conto della sua proposta progettuale e del piano economico-finanziario. Ecco, dovremmo ricordare che la concessione di gestione di un impianto sportivo rientra nella categoria di “concessione di pubblico servizio”, ossia un’attività economica finalizzata a soddisfare bisogni collettivi ritenuti indispensabili in un determinato contesto sociale.

Nel caso specifico, il Comune ha delegato tutte le attività al concessionario, andando in palese contrasto con il regolamento comunale sull’utilizzo dell’impianto sportivo. Il regolamento stabilisce chiaramente i ruoli delle parti coinvolte: da una parte, il soggetto proprietario, depositario delle scelte politiche riguardanti l’utilizzo degli impianti; dall’altra, il soggetto gestore, responsabile esclusivamente della gestione dell’impianto in base a una specifica convenzione.

E ancora. Sembra che il contratto sottoscritto abbia disatteso clamorosamente il progetto di valorizzazione, che prevedeva l’omologazione del campo per ospitare competizioni dalla FIGC fino alla Lega Pro. Sembra che abbiano fatto tutto il contrario, compromettendo la possibilità di ottenere l’omologazione persino per la Serie D. Abbiamo più volte evidenziato le carenze del progetto e delle dimmensioni indicate nello stesso con l’impossibilità di ottenere l’omologazione da parte della Lega. Le nostre preoccupazioni sono state derise e ignorate, mentre alla città veniva data la massima rassicurazione. Recentemente, sono emerse notizie che il campo non ha ottenuto la prevista omologazione, ma dal Comune di Manfredonia non arrivano comunicazioni in merito. Se queste informazioni dovessero rivelarsi vere e siamo di fronte a un ulteriore tentativo di nascondere la verità, qualcuno dovrà prendere la decisione immediata di revocare la concessione.

Vorrei ora soffermarmi sul progetto di scissione che ha portato alla concessione del Campo Sportivo Miramare dalla Società Manfredonia Calcio 1932 S.S.D. a.rl. alla Società Manfredonia Miramare S.S.D. a.rl., scatenando una vera e propria “guerra” tra il presidente della squadra di calcio e il Sindaco di Manfredonia, con il rischio concreto che la squadra non venga iscritta al prossimo campionato di Serie D.

Ci sono diverse questioni che sollevano più di un dubbio sulle procedure amministrative utilizzate in questa vicenda. Ad esempio, ci chiediamo perché il Comune di Manfredonia abbia verificato i requisiti e approvato la scissione solo il 16 giugno 2023, a circa un anno dalla presentazione del progetto di scissione avvenuta il 13 aprile 2022 e dopo la conclusione dei lavori il 23 aprile 2023. Cosa sarebbe successo se la Manfredonia Miramare non avesse soddisfatto i requisiti richiesti dalla legge? Sono domande che meritano risposte, soprattutto considerando la “faida” che ha visto contrapposti soggetti che in passato si sono mostrati uniti in ogni occasione, per poi diventare acerrimi nemici su una questione che sembrava chiara fin dall’inizio.

Dall’altra parte, non è chiaro a chi e a quale titolo sia mancata finora la capacità di restituire alla città uno stadio che non serve solo alla Società Manfredonia Calcio 1932, ma a tutto il mondo sportivo locale.
Inoltre, il recente comunicato del Presidente della Società Manfredonia Calcio 1932 ha gettato ulteriori ombre sulla gestione della situazione. Il presidente, Giuseppe Di Benedetto, ha annunciato le sue dimissioni in un messaggio toccante, in cui ha espresso il suo dispiacere nel dover lasciare la società dopo un anno di emozioni e successi. Ha sottolineato che gli obiettivi sportivi fissati sono stati raggiunti, ma la promessa di consegnare lo stadio “Miramare” è stata completamente disattesa. Il presidente ha citato la mancanza di certezze sulla disponibilità di uno stadio per allenamenti e partite sottolineando che è stato un fattore determinante per la sua decisione.

Insomma, un anno fa Rotice prometteva di completare il campo in meno di un anno e Di Benedetto di far promuovere la squadra in meno di due. Mi sembra evidente capire chi dei due sia riuscito a mantenere l’impegno preso.
È chiaro che la responsabilità di questa situazione ricade sul sindaco e sulle istituzioni locali, che hanno fallito nel garantire un’adeguata gestione e la realizzazione delle promesse fatte al presidente e alla squadra.

Insomma, mentre Genova si è rimessa in piedi in tempi record, qui a Manfredonia per un campo sportivo ci ritroviamo con una situazione controversa e piena di interrogativi. Speriamo che gli organi preposti, finora rimasti silenti nonostante comunicati stampa e interrogazioni consiliari degli ultimi mesi che avrebbero potuto forse evitare questa incredibile fine, facciano finalmente chiarezza su questa vicenda che sta penalizzando non solo il calcio, ma l’intera comunità sportiva locale.
La città di Manfredonia e i suoi cittadini non possono permettersi di essere continuamente penalizzati da una gestione amministrativa inadeguata e da continui dubbi su conflitti di interessi.

Angelo Riccardi

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