IL MESSAGGIO è diretto alla Capitaneria di porto di Manfredonia e all’Autorità di sistema portuale e ad inviarlo è il legale di una “struttura ricetti
IL MESSAGGIO è diretto alla Capitaneria di porto di Manfredonia e all’Autorità di sistema portuale e ad inviarlo è il legale di una “struttura ricettizia” che segnala «abusi gravi commessi dal Comune in un’area sottoposta a vincolo altamente paesaggistico». L’area interessata è quella del lungomare prospiciente la scogliera “Acqua di Cristo” divenuta località di eccellenza paesaggistica frequentata tanto per esporsi al sole quanto per un bagno nel mare cristallino.
L’ABUSO segnalato è quello di un palo di legno posto sul limitare della scogliera, alla cui sommità è affisso il cartello col quale il Comune avvisa, in varie lingue estere, che quella è una spiaggia libera. L’abuso sta nella sistemazione alla base del palo. «Il comune di Manfredonia – scrive il legale – in un’area di pertinenza dell’Autorità di sistema portuale, ha infisso nel suolo un palo che regge cartelli indicanti “spiaggia libera” senza alcuna autorizzazione da parte dell’autorità portuale e della soprintendenza, necessarie perché opera non facilmente amovibile per essere stati eseguiti degli scavi ed usati materiale cementizio assolutamente vietati. L’auspico – conclude l’avvocato – è quello di un opportuno intervento delle autorità di riferimento per una denuncia degli abusi commessi alla Procura della Repubblica di Foggia. La pubblica amministrazione – sancisce il legale – ha l’obbligo di osservare le leggi ancor più e meglio di un privato cittadino e sia che si tratti di un grande abuso che di uno piccolo. È il principio che conta».
Mic- Ap.
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