Mantovano: «G7 in Puglia con cinquemila persone»

 «Il luogo sarà indicato dal presidente del Consiglio che come saprete qualche giorno fa ha svolto un ampio sopralluogo». Lo ha dichiarato il sottoseg

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 «Il luogo sarà indicato dal presidente del Consiglio che come saprete qualche giorno fa ha svolto un ampio sopralluogo». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, a Bari a margine di un incontro, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla scelta del luogo in Puglia che ospiterà il prossimo G7 del giugno del 2024. «Certamente sarà in una zona facilmente raggiungibile dai due aeroporti ed anche da Grottaglie. Una zona – ha aggiunto – bella, accogliente come è tutta la Puglia».

 

 

«Direi di non concentrarci con l’attenzione soltanto sul luogo fisico dove vi saranno i 7 grandi, ma su tutto il territorio a sud di Bari, perchè arriveranno complessivamente 5mila persone, ed ovviamente non possono stare solo in un luogo. Sarà mobilitato – ha concluso – il sistema accoglienza e alberghiero della parte tra Bari e Brindisi».

«La priorità è fronteggiare nel modo più adeguato per l’Italia e per la sponda sud del Mediterraneo gli effetti di questa che Papa Francesco ha definito la ‘terza guerra mondiale a pezzì, che è iniziata nel febbraio dello scorso anno in Ucraina e che ha ricadute in tutto il mondo non solo sotto il profilo dell’approvvigionamento energetico, e questo chiama in causa direttamente le nazioni europee, ma anche per i popoli di partenza e transito di immigrazioni. Pensiamo soltanto agli effetti devastanti della sospensione delle forniture di grano nel centro e nel nord dell’Africa. Tutto questo è stato e viene affrontato diversificando le fonti di approvvigionamento energetico». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, a Bari a margine del convegno ‘L’Italia nel Mediterraneo: lavoro, sviluppo e politiche industriali nell’era delle tradizioni’ organizzato durante la festa nazionale della Uil in corso nel capoluogo pugliese.

«I corridoi che si sono aperti con l’Algeria e con la Libia attraverso Eni, ma anche attraverso l’intervento in prima battuta del presidente del Consiglio vanno – ha aggiunto – esattamente in questa direzione. Come in questa direzione va una nuova interlocuzione che l’Italia sta guidando ed intende guidare con la sponda sud del Mediterraneo e con la parte centro-settentrionale dell’Africa volta ad uno sviluppo effettivo e concreto che non abbia nessun tratto neocoloniale e che metta insieme energie e risorse di tutti coloro che intendono affrontare queste sfide per lo sviluppo».

«Quello che viene chiamato il ‘Piano Matteì per l’Africa consiste in questo, nel verificare – ha sottolineato Mantovano – quali sono le esigenze di sviluppo dei popoli di provenienza dei flussi migratori, dei popoli di transito, e cosa i Paesi di destinazione, o che ambiscono a sostenere questo sforzo enorme, intendono fare. É un lavoro in corso che comincia a dare i suoi effetti e l’Italia è certamente capofila in questa direzione».

«Bisogna rendersi conto che il problema delle interferenze di alcune iniziative giudiziarie sull’attività della politica riguarda tutti, centrodestra e centrosinistra, e in 30 anni ha colpito tutti i governi, qualunque fosse l’orientamento». Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dal palco del convegno ‘L’Italia nel Mediterraneò, a Bari.
«Con tutto l’equilibrio possibile, questo problema dovremo porcelo tutti, qualunque sia il ruolo, e provare a superarlo senza contrapposizioni che non fanno bene a nessuno. Perché c’è anche la tentazione di usare vicende giudiziarie di cui non si sa nulla. Dei passi in avanti si devono e si possono fare – ha aggiunto -. La nostra riforma della giustizia contiene delle disposizioni che puntano a rendere la vita meno complicata agli amministratori locali, ad avere un sistema di garanzie più serio, e una serie di norme conseguenti, a cominciare da un incremento dell’organico dei magistrati. Le contrapposizioni devono essere superate guardando alla concretezza e all’oggettività dei problemi del sistema giustizia, e alle ipotesi di soluzioni, su cui si può convenire in tutto, in parte o per nulla, ma senza essere condizionati da iniziative giudiziarie».

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