L’«aiutino» erogato alle Asl per rimettere in pari i conti del 2022 vale 246 milioni di euro, più altri 27 milioni per gli Irccs e i due policlinici d
L’«aiutino» erogato alle Asl per rimettere in pari i conti del 2022 vale 246 milioni di euro, più altri 27 milioni per gli Irccs e i due policlinici di Bari e Foggia. In totale, dunque, circa 270 milioni. È questa la somma che la Regione ha concesso a titolo di riequilibrio dei costi a quasi tutte le aziende sanitarie (con l’eccezione della Asl di Bari), e che è stata riportata nei bilanci approvati la scorsa settimana. Numeri da cui emerge che il disastro della sanità pugliese di cui si è parlato per mesi, fino alla definizione delle coperture nel bilancio autonomo regionale che ha scongiurato l’aumento delle tasse, non è uguale per tutti.
Si va infatti dai 40 milioni di perdita del Policlinico di Bari (pari al 10% del fondo assegnato) ai 29,7 dei «Riuniti» di Foggia (che perde quasi il 15%), spiegabili fino a un certo punto con l’impatto dell’emergenza covid che nel 2022 aveva ormai superato la fase acuta. Ma vanno malissimo (dal punto di vista dei conti) anche i due Irccs, con Castellana (-9,9 milioni) e Bari (-6,9) che perdono insieme più della Asl di Lecce (-13,9) pur avendo un numero di ricoveri e di prestazioni infinitamente inferiore. Completano il quadro le Asl di Brindisi (-17 milioni), Taranto (-14,5), Bat (-7,6) e Foggia (-3,9), mentre Bari è l’unica che non ha avuto necessità di applicare il contributo regionale di ripiano. E che anzi, in sede di riequilibrio, ha visto una diminuzione dei fondi.
Il risultato che emerge dalle assegnazioni definitive è infatti che la quota capitaria media (ovvero la somma assegnata per l’assistenza sanitaria di ciascun cittadino pugliese) è di 1.787 euro. Ma la forchetta va dai 1.695 euro pro/capite di Bari (che ha i conti in ordine) ai 1.868 di Foggia.
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