FA DISCUTERE il dinego da parte della presidente del consiglio Giovanna Titta, di concedere la parola al consigliere di opposizione Francesco Schi
FA DISCUTERE il dinego da parte della presidente del consiglio Giovanna Titta, di concedere la parola al consigliere di opposizione Francesco Schiavone che l’aveva chiesta per dichiarazione di voto sulla delibera riguardante le concessioni demaniali. Il motivo? L’aveva richiesta a parere della presidente a “iscrizioni chiuse” dopo essere rientrato in aula dalla quale era uscito per una esigenza personale.
UNA PRESA di posizione quella della presidente, ampiamente e duramente contestata. Pesante e diffusa la levata di scudi contro un comportamento ritenuto «antidemocratico, offensivo dello stesso consesso massima espressione della sovranità popolare». Che peraltro non aveva un fondamento plausibile.
«PAGINA tristissima della democrazia all’interno dell’assise comunale della nostra città: al nostro rappresentante è stata negata la possibilità di esercitare il suo sacrosanto diritto di dichiarazione di voto» tuona “Progetto popolare” che ricorda come «Francesco Schiavone rappresenta una lista civica sostenuta da oltre 2.300 elettori, cittadini a cui la presidente Titta ha messo inspiegabilmente un bavaglio inaccettabile».
CONTESTATO il richiamo della presidente al Regolamento comunale: «una interpretazione del tutto personale e pretestuosa – annota Schiavone – che va contro lo spirito del Regolamento e soprattutto mina la funzione e il prestigio dell’assise». Quest’ultimo episodio ha fatto traboccare il vaso e messo in evidenza l’inesperienza della consigliera eletta in una delle liste di Rotice. «Sostanzialmente – rilevano i consiglieri di opposizione – una ragazza universitaria senza alcuna esperienza politica, palesemente partigiana. Un errore sotto tanti aspetti che nuoce all’autorevolezza della massima assise cittadina. Tra l’altro corrono sussurri – rilevano – che sia guidata via cellulare dal padre ex consigliere comunale, dal corridoio prospiciente l’aula consiliare. Ma non è l’unica presenza – denunciano – di papà di rampolli impegnati in politica, a frequentare e circolare liberamente negli uffici comunali. A che titolo? Una ulteriore grave anomalia di questa amministrazione Rotice. Una situazione stramba, quella della presenza di persone estranee all’apparato governativo del municipio, motivo di sospetti, imbarazzo e preoccupazione per la gente».
“PROGETTO popolare” chiede al sindaco «di intervenire duramente rispetto a quanto accaduto anche in virtù della lealtà e correttezza che tanti cittadini riconoscono al consigliere comunale che ci rappresenta determinante nella rielaborazione della delibera»; chiede altresì di «fortemente tutelare i diritti della lista civica informando di quanto accaduto il prefetto di Foggia per gli opportuni provvedimenti». Un esposto a firma del consigliere PD Massimo Ciuffreda, è stato inviato al prefetto Valiante, nel quale esposti i fatti così come accaduti e verbalizzati nel corso della seduta consiliare, si contesta l’operato della presidente volto «a comprimere e mortificate il diritto dei singoli consiglieri a partecipare alla discussione anche in considerazione nella fattispecie dell’andamento del dibattito del tutto costruttivo», si chiede «di valutare le violazioni normative e regolamentari rappresentate e di intervenire affinché sia consentito ai consiglieri comunali di svolgere il proprio ruolo istituzionale».
Michele Apollonio
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