“Il Comune di Manfredonia in mano a giovani inesperti figli d’arte”.

“Sono rimasto basito dalla irriverenza della giovanissima presidente del consiglio, la quale, in spregio alle regole che disciplinano lo svolgimento d

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“Sono rimasto basito dalla irriverenza della giovanissima presidente del consiglio, la quale, in spregio alle regole che disciplinano lo svolgimento dell’attività amministrativa dell’ente, nella seduta del 18 maggio scorso ha privato il consigliere Francesco Schiavone del diritto/dovere al voto”. Lo scrive in una nota l’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Manfredonia, Angelo Salvemini.

Nel mirino la gestione dell’assise da parte della giovanissima presidente Giovanna Titta: “Allarmante è il tono virulento utilizzato – commenta Salvemini -. Per non parlare dell’espressione del viso denotante – a parere dell’ex assessore – malignità e prepotenza. Insomma, in pieno stile dittatoriale l’inesperto presidente ha messo a nudo i suoi gravissimi limiti, ignorando le regole (forse perché non conosciute) ed affermando la supremazia del ruolo. Io sono il presidente e pertanto decido che tu non debba nemmeno parlare per spiegare le ragioni della tua assenza durante la fase di iscrizione all’intervento! Questo, in sostanza, ha sbandierato all’indirizzo del malcapitato consigliere. All’uopo l’implume presidente citava e ri-citava, genericamente, il regolamento”.

Manfredonia, Giovanna Titta eletta presidente del Consiglio Comunale |  Stato Quotidiano

Secondo Salvemini, “sarebbe il caso che qualcuno ricordi alla signorina Titta il disposto del comma 5 dell’art. 9 del regolamento che così recita: ‘Il presidente nell’esercizio delle sue funzioni deve ispirarsi a criteri di imparzialità, intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei diritti dei consiglieri’. Tradotto in termini elementari: il presidente deve intervenire a favore dei consiglieri (tutti) e non contro. Un presidente che ingaggia una lotta personale contro un consigliere che rivendicava solo e soltanto un suo diritto è un presidente che non ha i requisiti per ricoprire quel ruolo e va immediatamente rimosso”.L’ex assessore ricorda di aver detto al sindaco, “in illo tempore, di affidare quel ruolo ad una persona più matura ma soprattutto più competente (indicandola nell’avv. Vincenzo Di Staso), ma la smania di apparire come colui che avrebbe cambiato le sorti della politica manfredoniana ha prevalso sulla ragione. Il desiderio di apparire come ‘il sovvertitore’ ha fatto sì che ci siamo ritrovati al comando di questo ente giovani inesperti figli d’arte che finora hanno lavorato (si fa per dire) sotto l’ala protettrice dei genitori. È sotto gli occhi di tutti la presenza continua di ‘papà’ che rondano fuori e dentro al comune, mettendo il naso dappertutto, specialmente negli atti e documenti riservati. Tanti ‘Pecorella’ (chiaro riferimento all’ex capo staff di Rotice, ndr) che gironzolano nelle stanze di Palazzo San Domenico e interferiscono nei ruoli di tutti. Insomma, Un carrozzone”.

Sullo screzio Titta-Schiavone è intervenuto anche il gruppo di Progetto Popolare Manfredonia: “Al termine del Consiglio Comunale si è consumata una pagina tristissima della democrazia all’interno dell’assise comunale della nostra città. Infatti, al nostro rappresentante in aula è stata negata la possibilità di esercitare il suo sacrosanto diritto di dichiarazione di voto in ordine alla delibera che prorogava l’obbligo dell’adeguamento al piano comunale delle coste. Una delibera delicata e attesa da decine di operatori del settore, alla quale il consigliere Francesco Schiavone si è appassionato fornendo il suo prezioso contributo in fase di revisione e stesura finale, rimanendo in aula con grandissimo senso di responsabilità tenuto conto che la maggioranza non avrebbe avuto il numero legale per continuare la seduta. Dopo circa 5 ore di lavori d’aula, il consigliere Schiavone si allontanava per pochissimi minuti e per esigenze strettamente personali, quindi al suo ritorno in aula chiedeva di potersi iscrivere a parlare per effettuare la propria dichiarazione di voto”.

Secondo il gruppo politico, “inspiegabilmente Schiavone si è ritrovato di fronte ad un atteggiamento rigidissimo del presidente del Consiglio Comunale che gli ha negato di intervenire e dichiarare la propria intenzione di voto, adducendo quale motivo il fatto che le iscrizioni erano chiuse e non sarebbe più stato possibile riaprirle. Ricordiamo al presidente del Consiglio Comunale che il consigliere rappresenta una lista civica sostenuta da oltre 2300 elettori di questa città, cittadini a cui lei ha messo inspiegabilmente un bavaglio inaccettabile“.

E ancora: “Contestiamo questo modo di fare così rigido e chiediamo al sindaco (anche lui sbigottito per l’accaduto) di intervenire duramente, rispetto a quanto accaduto anche in virtù della lealtà e correttezza che tanti cittadini riconoscono al consigliere comunale che ci rappresenta. Al consigliere Schiavone questa volta chiediamo fortemente di tutelare i diritti della lista che rappresenta riportando quanto accaduto al prefetto di Foggia, affinché come autorità competente possa prendere i dovuti provvedimenti. Finora – concludono da Progetto Popolare – abbiamo tollerato atteggiamenti prevaricatori e che poco hanno a che fare con la buona politica, modi di fare che hanno ingessato la discussione in aula fin dal primo giorno e che tutt’ora risultano essere inappropriati rispetto alla necessità di un confronto e dialogo sereno di cui questa città e le forze politiche hanno decisamente bisogno”.

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