Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte dichiarato di voler fare dell’Italia un hub del gas. E invece durante l’ultimo Consiglio
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte dichiarato di voler fare dell’Italia un hub del gas. E invece durante l’ultimo Consiglio dei ministri avete bloccato l’attuazione della un deposito GPL Energas a Manfredonia, in Puglia. Un progetto presentato nel 1999 che ha attraversato 25 anni di iter burocratici, ottenendo tutte le autorizzazioni possibili, e vincendo tutti i ricorsi tra Tar, Consiglio di Stato e Commissione Europea. Un semplice deposito di GPL, il gas “verde” per l’industria automobilistica, che inquina e costa meno del gasolio e della benzina. E che da anni è stoccato nel Golfo di Napoli senza problemi. Ma che se fatto in Puglia diventa “a rischio incidente rivelatore” come si diceva una volta per Tap. Dopo tutte le autorizzazioni, manca solo il parere politico del Consiglio dei ministri, che invece ha deciso di rinviare il procedimento al ministero dell’Ambiente per ulteriori accertamenti: 25 anni non sono bastati.
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte dichiarato di voler fare dell’Italia un hub del gas. E invece durante l’ultimo Consiglio dei ministri avete bloccato l’attuazione della un deposito GPL Energas a Manfredonia, in Puglia. Un progetto presentato nel 1999 che ha attraversato 25 anni di iter burocratici, ottenendo tutte le autorizzazioni possibili, e vincendo tutti i ricorsi tra Tar, Consiglio di Stato e Commissione Europea. Un semplice deposito di GPL, il gas “verde” per l’industria automobilistica, che inquina e costa meno del gasolio e della benzina. E che da anni è stoccato nel Golfo di Napoli senza problemi. Ma che se fatto in Puglia diventa “a rischio incidente rivelatore” come si diceva una volta per Tap. Dopo tutte le autorizzazioni, manca solo il parere politico del Consiglio dei ministri, che invece ha deciso di rinviare il procedimento al ministero dell’Ambiente per ulteriori accertamenti: 25 anni non sono bastati.
Durante l’ultimo Cdm è stato verificato il vice del governatore pugliese Michele EmilianoRaffaele Piemontese, che ha dichiarato allegramente uscendo da Palazzo Chigi: “Ancora una volta la Regione respinge con forza il progetto Energas e convince il governo ad approfondire le criticità di un progetto incompatibile con i nostri programmi di sviluppo, che non prevedono il transito e lo stoccaggio di enormi quantità di combustibili fossili nei nostri porti, nelle nostre strade, nei nostri binari e nelle nostre coste”.
L’hub del gas non c’entra: “Quel giacimento contrasterebbe con la Puglia decarbonizzata prefigurata dal presidente Michele Emiliano nella contesa per l’ex Ilva di Taranto e la centrale Enel di Brindisi, con l’obiettivo di creare un ecosistema regionale completo dell’idrogeno” . Il sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, ringrazia invece il ministro dell’Ambiente di Forza Italia, Pichetto Fratin, al quale un mese fa ha portato personalmente il dossier Energas insieme all’arcivescovo Franco Moscone. Sulla stessa posizione ha anche Matteo Salvini, convinto su questo dossier probabilmente anche da Massimo Casanova, mister Pepee e da sempre contrario al progetto del deposito Gpl di Manfredonia. Un governo emiliano? Anche no, grazie.
tratto da Il fogliao
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