Continua la protesta dei 29 lavoratori della Iscot, l’azienda che fino a ieri deteneva l’appalto per le pulizie tecniche degli impianti dello stabilim
Continua la protesta dei 29 lavoratori della Iscot, l’azienda che fino a ieri deteneva l’appalto per le pulizie tecniche degli impianti dello stabilimento Barilla di Foggia. La nuova ditta appaltatrice, la Lucente Daunia, con una Pec ha comunicato che i dipendenti della Iscot Italia Spa hanno rinunciato al cambio d’appalto nonostante formale proposta di lavoro da parte della società La Lucente spa, invitandoli a non entrare nello stabilimento a partire dalla data di oggi 15 aprile. Alla luce di queste notizie i dipendenti minacciano di bloccare gli ingressi alla Barilla, poi decidono per un presidio permanente.
“La Lucente la conosciamo bene – dichiara il sindacalista Vincenzo Russo -, appena vince un appalto dimezza gli orari di lavoro, e cosi ha fatto anche con i lavoratori della Iscot proponendo la riduzione da 40 a 26 ore. A noi non sta bene tutto questo, ecco perchè siamo qui e chiediamo anche l’intervento della Prefettura. Barilla pretende che i nostri lavoratori entrino a lavorare, ma senza contratto gli ex Iscot non possono assolutamente entrare. È l’ennesima colonizzazione della Lucente Daunia. L’hanno fatto alla Princes, alla Leonardo e all’aeroporto di Amendola dove hanno vinto gli appalti. I lavoratori multiservizi sono tra quelli che hanno il contratto più basso guadagnando poco più di 1000 euro. Ed ora la Lucente pretende che questi lavoratori non devono guadagnare più di 600-700 euro al mese. In queste condizioni non ci sono i presupposti per raggiungere un accordo”. “Non cediamo ai ricatti della Lucente Daunia – aggiungono in coro i lavoratori -. Vogliamo i nostri diritti, stanno distruggendo 29 famiglie”.
Saverio Serlenga
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