La mafia foggiana inquinava l economia sana di Pescara

Un giro di affari milonario che nel tempo ha consentito alla cosca foggiana del clan Moretti-Pellegrino-Lanza, di infiltrarsi nel tessuto socio ec

Il marito la picchia, donna mostra il ‘Signal for help’ a una passante: salvata dai carabinieri
uomo muore dopo caduta dal camion
I Nas bussano ad oltre 100 attività, sequestrata quasi una tonnellata e mezzo di cibo. Segnalate 46 persone

Un giro di affari milonario che nel tempo ha consentito alla cosca foggiana del clan Moretti-Pellegrino-Lanza, di infiltrarsi nel tessuto socio economico di Pescara, inquinandone, con il metodo mafioso, la vivace realtà produttiva, tramite traffici illeciti sulle piazze locali e investimenti nelle attività imprenditoriali di spicco del territorio.

Tra queste, anche quella di una nota famiglia di imprenditori pescaresi del settore della ristorazione, vittima di tassi d’interesse fino al 600% al mese.,Infatti, per un prestito di 100mila euro, non potendo onorare il debito, sono stati costretti a chiudere la partita con gli strozzini, simulando un comodato ad uso gratuito a tempo indeterminato prima, e, un contratto di affitto dopo, dell’appartamento di proprietà nel centro di Pescara, dal valore di quasi 500mila euro.

In molti casi poi, alcuni imprenditori sono stati bersaglio di minacce, aggressioni ed estorsioni; altri ancora hanno dovuto assumere come dipendenti i loro usurai o persone a loro riconducibili. L’impiego, spesso puramente formale, ha permesso a qualcuno di questi la percezione indebita dei contributi previsti per il sostentamento dell’emergenza Covid, senza andare mai a lavorare.

Le indagini hanno fatto emergere anche l’esistenza di un canale di ricettazione di accessori di lusso, bottino di un ingente furto avvenuto nel Foggiano, rivenduto sulla piazza di Pescara da uno degli affiliati al clan. A inquinare ulteriormente l’economia sana del Pescarese, anche l’intestazione fittizia di società, attraverso un unico soggetto, sempre pregiudicato.

Una “testa di ponte”, che a sua volta ricorreva a terzi prestanome per controllare ben cinque attività imprenditoriali, nel settore automotive, in quello dei prodotti agroalimentari e, addirittura, nella fornitura di contratti di energia elettrica.Le risultanze delle indagini dell’operazione delle Fiamme Gialle di Pescara hanno confermato che il modello ispiratore delle mafie è sempre più di tipo affaristico-imprenditoriale, rivolto all’infiltrazione economico-finanziaria per l’invasione di campo dell’imprenditoria legale.  Da qui, la strategicità dell’aggressione ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale, per evitare l’inquinamento e il saccheggio parassitario dei mercati e garantire legalità, trasparenza e sicurezza pubblica.

COMMENTI

WORDPRESS: 0