In arrivo 127 milioni di turisti. Ma mancano 50mila addetti per i periodi di picco

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Dopo le pesantissime perdite provocate dalla pandemia con una contrazione del fatturato che secondo una stima della Banca d’Italia nel solo 2020 si è aggirata intorno a – 40%, il turismo torna a correre. Anzi a volare. Sulla scia di uno spumeggiante 2022, anche per l’anno in corso si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero. Secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi con un rialzo dell’11,2% sull’anno scorso.

(ANSA)

Boom turismo

La volata del settore si scontra sempre di più con le difficoltà di reperimento del personale: per la Pasqua e i mesi primaverili dei Ponti – periodi di picco della domanda – è possibile stimare oltre 50 mila lavoratori ‘mancanti’ nelle imprese turistiche. A lanciare l’allarme è Assoturismo Confesercenti, sulla base di elaborazioni sul mercato del lavoro condotte da Cst. Nel 2022 i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane hanno raggiunto quota 400 milioni e la tendenza appare favorevole anche per il 2023 sia sul fronte del turismo interno che da oltre confine. Secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi (il record è stato toccato nel 2019 con 131 milioni seguito dal 2018 con 128): rispetto all’anno scorso l’aumento è dell’11,2%. L’effetto traino sulla spesa turistica è pesante: in termini assoluti sfiorerebbe la soglia degli 89 miliardi di euro con una crescita stimata del 22,8% rispetto al 2022.

Ma all’appello mancano gli stagionali

Il paradosso è servito. Da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall’altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. La difficoltà nella ricerca del personale ha dimensioni ormai strutturali, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma che sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto.

Le difficoltà per le imprese

Per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210mila addetti nelle imprese turistiche. Ma i lavoratori non si trovano: complessivamente, in media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo.

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