Studia, prenditi una laurea» hanno sempre detto generazioni di genitori ai propri figli pensando al loro futuro. Con il «pezzo di carta» si ottiene
Studia, prenditi una laurea» hanno sempre detto generazioni di genitori ai propri figli pensando al loro futuro. Con il «pezzo di carta» si ottiene un lavoro migliore e sicuramente più retribuito. È una certezza, una convinzione diffusa, in particolare nel sud dell’Italia. Chi ha la licenza elementare e di terza media occupa il gradino più basso nella scala degli stipendi, poi arriva il diplomato e in cima si siede il laureato. Arriva adesso il risultato di una ricerca effettuata dal Centro Studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni, su dati statistici dell’Istat, che mette in crisi questo schema. La conclusione è che «in Puglia il divario retributivo fra chi ha la licenza elementare e chi ha la laurea è fra i più bassi».
La retribuzione femminile
La ricerca sottolinea un altro punto scabroso: la retribuzione femminile «rimane più bassa di quella maschile in tutta Italia». Quest’ultima omologazione geografica non è un elemento di conforto. L’Italia, in altre parole, non è tutta uguale. La ricerca prende in considerazione lo stipendio lordo orario e conferma che chi ha completato il percorso universitario guadagna più degli altri.
Le tariffe orarie
In Puglia la situazione è questa: la paga oraria lorda di chi ha la licenza elementare/media è di 10.24 euro; il diplomato prende 10.67; il laureato 12.13. La differenza tra i due estremi è di appena 1.89 euro l’ora. Moltiplicato per una media di 38 ore settimanali e per 4 settimane al mese produce una differenza tra i due stipendi di 287 euro. Lo specifico pugliese mette a confronto le sei province. Le città dove viene valorizzata di più la formazione universitaria sono Bari, con una differenza di 2.46 euro orari tra licenza elementare (10.16) e laurea (12.62) e Brindisi con un divario di 2.01 (10.47-12.51). Taranto offre un delta pari a 1.85 (10-71-12.56), Lecce di 1.45 (9.83-11.28), Foggia di 1.42 (10.27-11.69). In coda alla classifica si posiziona la Bat con una differenza di 1.40 tra licenza elementare/media 10.33 e laurea 11.73.
Le altre regioni in Italia
La Puglia, in questa statistica, è davanti a Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. La differenza tra uomo e donna è di 0.70 euro. La formazione universitaria, e post-universitaria, sembra quindi ripagare nel mondo del lavoro, se pur con differenze diverse tra regione e regione. Va da un minimo medio di 1,15 euro l’ora della Basilicata fino a 5,33 della Lombardia. Questo fenomeno è più significativo nelle regioni del Nord rispetto alle regioni del Sud e delle Isole dove le differenze degli stipendi sono inferiori. Le tre regioni a pagare di più i dipendenti che possiedono solo la licenza di scuole elementare, sono la Provincia Autonoma di Bolzano (12,87 euro/ora), la Lombardia (11,67) e l’Emilia Romagna (11,59).
Secondo la media nazionale, completare una formazione universitaria o post-universitaria significa migliorare la propria retribuzione oraria di 2,42 euro rispetto al diplomato elementare e di 1,75 rispetto a chi si è fermato alle scuole superiori. La situazione è molto eterogenea nelle varie regioni italiane. Il maggior divario retributivo fra lavoratori col titolo di scuola elementare e lavoratori con formazione universitaria e post-universitaria si registra in Lombardia, con un incremento di 5,33 euro l’ora, pari a più di 800 euro mensili; la Provincia Autonoma di Bolzano, con 4,49 e il Lazio, con 4,87. Differentemente, il delta retributivo orario per i laureati rispetto ai non laureati si colloca al di sotto dei 2 euro in Basilicata (1,15), Molise (1,54), Marche (1,61) e Sardegna (1,65). Il tema della differenza retributiva, a parità di titolo di studio e ruolo, fra uomini e donne segnala che a livello nazionale gli uomini guadagnano 0,87 euro l’ora in più rispetto alle colleghe in tutte le regioni e le aree in cui questo fenomeno è più accentuato sono la Provincia Autonoma di Bolzano (con un delta di 1,23), la Liguria (1,22) e il Friuli-Venezia Giulia (1,21). La Puglia è sedicesima.
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