Piano Strategico della Puglia, i filoni turistici e i flussi che si muovono. “Non siamo più solo turismo balneare”

Nuovo appuntamento a Bari alla Fiera del Levante col Piano Strategico della Puglia 365. Il 13% del Pil pugliese è frutto del turismo, una industria ch

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Nuovo appuntamento a Bari alla Fiera del Levante col Piano Strategico della Puglia 365. Il 13% del Pil pugliese è frutto del turismo, una industria che continua ad aumentare i suoi volumi di vendita. I toni trionfalistici sui dati in crescita del turismo regionale sono stati affiancati, da Luca Scandale presidente di Pugliapromozione e dal dirigente al ramo Aldo Patruno, da nuovi propositi e dalla presentazione di uno spot contro l’abbandono dei rifiuti lungo le strade che portano al mare e ai luoghi di visita e di vacanza.

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“Due date – ha detto in esordio Scandale – 9 marzo 2020 per la prima volta in Europa il presidente del Consiglio ci fece conoscere la parola lockdown, che ha colpito gli assembramenti, la cultura e il turismo con strutture chiuse per mesi. 23 gennaio 2022 invasione da parte della Russia dell’Ucraina, la guerra in Europa sembrava impossibile. Con -100mila presenze russe in Puglia. Senza la salute e senza pace non esiste turismo. Il cigno nero, l’imponderabile, esiste, gli stravolgimenti mutano gli scenari. Con l’assessore Lopane ci siamo detti che subito che Pugliapromozione ha avuto ottimi risultati, il Piano che insieme al Dipartimento e alla Giunta abbiamo deciso di aggiornare ha funzionatoe funziona ancora. Agosto 2022 ha avuto un calo rispetto al 2019, ma non è un disastro, ma la curva da essere cuspide sta diventando a dorso d’asino. Ma maggio e ottobre hanno fatto la storia della regione Puglia, con presenze internazionali mai viste. Abbiamo resistito nel 2021 perché avevamo un mercato prevalentemente nazionale, spingendo con Piva e con Rubini. Quest’anno non faremo lo spot nazionale, lo farà Vieste che sarà sui canali nazionali, invece avremo un mediaplan internazionale, saremo su The Guardian, El Pais, Le Figarò. Ma il 21% dei turisti pugliesi è pugliese, non dobbiamo perdere questa occasione di far amare ai pugliesi la Puglia. Carlin Petrini, che è il guru del piano strategico, lo diceva da Melpignano: il turismo deve rendere anzitutto felici le persone residenti. Questo non sempre accade. Tante spiagge possono togliere la possibilità ai residenti di godere del proprio mare. Col mediaplan regionale dobbiamo creare un racconto della Puglia che ha ancora tante zone da scoprire, come le gravine, la Murgia, i Monti Dauni”.

Ottimizzare il Pnrr e realizzare investimenti territoriali integrati sono gli obiettivi centrali secondo Patruno. Molto circostanziato e motivazionale il suo intervento.

“Gli operatori turistici sono tutti soddisfatti degli arrivi, delle presenze e dei flussi turistici aeroportuali. Ma questo non può e non deve bastare,- ha osservato- è soltanto un punto di partenza, se ci fermassimo non avremmo compreso fino in fondo quello che ci aspetta. Il nostro sistema turistico si è avvantaggiato di situazioni di debolezza. L’incidenza del turismo internazionale è inferiore rispetto a quello nazionale ed europeo, il crollo del turismo internazionale nelle città d’arte che ancora stentano a riprendersi è stato un vantaggio per noi.

Ma il processo di internazionalizzazione va incrementato perché aiuta il processo di destagionalizzazione, il turismo non può essere centrato solo in una parte dell’anno. I lavoratori del settore non possono essere considerati lavoratori stagionali e questo ci impone di stabilizzare il rapporto tra lavoratori e imprese. È vero che noi siamo la regione che cresce di più nell’incremento del Pil e che va meglio sulla disoccupazione, ma non abbiamo ancora scavallato la questione dello sviluppo”.

Gli altri 5 miliardi e mezzo che arriveranno col PNRR devono avere secondo Patruno un utilizzo mirato. Ogni turismo va implementato. A cominciare ovviamente da quello balneare, che nasconde in sé quello dell’archeologia subacquea, degli sport acquatici, della salute e della natura. 

“Ci sono filoni turistici che si muovono, se andiamo a diversificare il pacchetto balneare andiamo ad individuare quelle linee di prodotto che si stanno concretizzando con le imprese del territorio e con i buyers. Il tema del paesaggio ad esempio è connesso all’enogastronomia, allo sport all’area aperta, ai cammini, al cicloturismo, al patrimonio materiale e immateriale. Oggi l’investimento del patrimonio materiale non è più una priorità, ma abbiamo bisogno di metterlo in rete e di riempirlo di contenuti a servizio del turismo e del lavoro dentro musei, siti archeologici, teatri e biblioteche”.

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