Questa mattina,nell’Aula consiliare, l’Amministrazione comunale ha celebrato istituzionalmente la giornata del Ricordo “in memoria delle migliaia vitt
Questa mattina,nell’Aula consiliare, l’Amministrazione comunale ha celebrato istituzionalmente la giornata del Ricordo “in memoria delle migliaia vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati” ad opera dei partigiani jugoslavi di Tito.
Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco Gianni Rotice (che ha letto il messaggio del Presidente Mattarella e commemorato i tre concittadini Nicola Montella, Giuseppe Di Staso, Cosimo Castriotta), la Presidente del Consiglio comunale Giovanna Titta, gli Assessori Palumbo, Lauriola, Trotta, Vitulano, i Consiglieri comunali Di Staso, Rinaldi, Riganti, Campanella, Fabrizio e le Associazioni PASER, Croce Rossa, Carabinieri e Protezione Civile. Letto anche un messaggio dell’On. Gatta, già precedentemente impegnato in altre sedi istituzionali.
Nel suo discorso il Presidente Mattarella ha ricordato che “Nessuno deve avere paura della verità. La verità rende liberi. Le dittature – tutte le dittature – falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato.
La nostra Repubblica trova nella verità e nella libertà i suoi fondamenti e non ha avuto timore di scavare anche nella storia italiana per ricoscere omissioni, errori o colpe.
La complessità delle vicende che si svolsero, in quegli anni terribili, in quei territori di confine, la politica brutalmente antislava perseguita dal regime fascista, sono eventi storici che nessuno oggi può mettere in discussione.
Va altresì detto, con fermezza, che è singolare e incomprensibile che questi aspetti innegabili possano mettere in ombra le dure sofferenze patite da tanti italiani. O, ancor peggio, essere invocati per sminuire, negare o addirittura giustificare i crimini da essi subiti.
Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunisti, l’unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani.
Siamo oggi qui, al Quirinale, per rendere onore a quelle vittime e, con loro, a tutte le vittime innocenti dei conflitti etnici e ideologici.
Per restituire dignità e rispetto alle sofferenze di tanti nostri concittadini. Sofferenze acuite dall’indifferenza avvertita da molti dei trecentocinquantamila italiani dell’esodo, in fuga dalle loro case, che non sempre trovarono rispetto e solidarietà in maniera adeguata nella madrepatria.
Furono sovente ignorati, guardati con sospetto, posti in campi poco dignitosi.
Tra la soggezione alla dittatura comunista e il destino, amaro, dell’esilio, della perdita della casa, delle proprie radici, delle attività economiche, questi italiani compirono la scelta giusta. La scelta della libertà”.
Quella delle foibe è una storia tragica per migliaia di italiani. Al termine della Seconda Guerra mondiale i fascisti e tutti gli italiani che non si dicevano comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati e poi gettati nelle foibe. I condannati venivano legati uno all’altro e messi sull’orlo della foiba. I soldati sparavano ai primi che cadevano e trascinavano con sé gli altri. E morivano a volte dopo lunghe agonie.
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