Nella serata di martedì la nave da rifornimento e appoggio logistico “Akademik Pashin” è entrata nello Jonio, in navigazione verso il Canale d’Otranto
Nella serata di martedì la nave da rifornimento e appoggio logistico “Akademik Pashin” è entrata nello Jonio, in navigazione verso il Canale d’Otranto, molto probabilmente affiancata da almeno una unità da guerra, una corvetta lanciamissili della classe Steregushchiy, stando alle informazioni del sito web “Itamilradar”. La “Akademik Pashin”, visibile sul monitor tramite il sito “Marine Traffic”, viaggiava ad una velocità di circa 9 nodi (16 chilometri all’ora).
Lo scenario è molto simile a quello vissuto nei giorni di Natale: navigazione delle navi della flotta militare di Mosca sul cavo sottomarino OteGlobe, il collegamento in fibra ottica che collega Bari alla Grecia, e sulla condotta Tap (il gasdotto fra la costa albanese il Salento), e «pedinamento» del gruppo da battaglia della portaerei statunitense “Bush”, tornato in Adriatico dopo esercitazioni congiunte a sud di Creta (“Juniper Oak”) con le forze armate di Israele, alle quali hanno partecipato anche bombardieri B-52 dell’aviazione militare americana, velivoli con capacità di armamento nucleare.
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina (iniziata il 24 febbraio scorso) si sono verificati vari episodi del genere al largo delle coste pugliesi, nel confronto fra le unità militari russe e quelle dei Paesi Nato. Le manovre delle unità russe sono continuamente monitorate anche dalla Marina militare italiana, come ha recentemente dichiarato l’ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante in capo della Squadra Navale, e dall’Aeronautica militare con i pattugliatori marittimi Atr 72 di base in Sicilia.
Nel porto di Tartus, in Siria, la Marina militare russa ha la sua base d’appoggio, e nella flotta dispiegata nel Mediterraneo dopo l’invasione dell’Ucraina è presente almeno un sommergibile d’attacco classe “Kilo”.
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