In Puglia su una popolazione di circa 3,9 milioni di residenti sono 984mila 967 le pensioni erogate, di cui 768mila 999 relative alla gest
In Puglia su una popolazione di circa 3,9 milioni di residenti sono 984mila 967 le pensioni erogate, di cui 768mila 999 relative alla gestione privata e 215mila 969 della gestione pubblica. È quanto emerge dalla relazione presentata a Bari durante il XIV congresso del sindacato dei pensionati (Spi) della Cgil Puglia alla presenza, tra gli altri, del segretario generale nazionale di categoria, Ivan Pedretti, del segretario generale dello Spi Puglia Gianni Forte e del segretario generale Cgil Puglia Pino Gesmundo.
Le cifre
Per quanto riguarda le pensioni legate alla gestione privata l’importo medio è di 912,64 euro lordi, mentre nella gestione pubblica l’importo medio lordo delle pensioni è di 2.020,22. Nel 2021 sono state liquidate altre 41mila 150 pensioni per un importo medio di 848,82 euro; mentre le pensioni integrate al trattamento minino sono 177mila 765 per un importo medio di 520,9 euro. Infine le pensioni per invalidità civile sono in Puglia nel totale 305mila 373 per un importo medio di 457,44 euro lordi.
La ricerca
“Il 35 per cento degli anziani in Puglia vive da solo. In prevalenza si tratta di donne che hanno una aspettativa di vita maggiore rispetto agli uomini ma invecchiano con maggiori difficoltà e in peggiori condizioni di salute. Il 63,3 per cento vive in zone periferiche con scarsi servizi. L’abitazione nel 46,3 per cento dei casi non ha l’ascensore oppure presenta barriere architettoniche. La pensione media (escluso il pubblico impiego) è di 743 euro mensili lordi”. Sono alcuni dei dati della ricerca “A casa è meglio” commissionata dallo Spi Cgil Puglia sul benessere degli over 65 pugliesi in rapporto alle esigenze e alle condizioni abitative. Dall’indagine emerge il “diffuso stato di disagio e insoddisfazione e la forte domanda di servizi sociosanitari”, si legge.
Il disagio
Il 42,3 per cento si dichiara insoddisfatto di quello che offre il quartiere in cui vive (negozi, supermercati, mezzi di trasporto pubblico, accesso alle strutture socio sanitare), la maggior parte segnala l’assenza di spazi di socialità. Solo il 3,2 per cento degli anziani interpellati è aiutato dai servizi sociali comunali per i quali le amministrazioni pubbliche investono in media circa 73 euro pro capite. Una cifra di gran lunga inferiore rispetto al Nord. Ma sono solitudine e marginalità, oltre ai problemi di salute, a costituire il maggior disagio.
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