«IL QUARTIERE CROC E, nella periferia ovest di Manfredonia, ospita le Case popolari che dagli anni sessanta accolgono tante famiglie numerose e in d
«IL QUARTIERE CROC E, nella periferia ovest di Manfredonia, ospita le Case popolari che dagli anni sessanta accolgono tante famiglie numerose e in difficoltà socioeconomiche. Nel territorio le diverse fragilità sociali sono da tempo connesse a disoccupazione, povertà, dipendenze e prostituzione. Il quartiere soffre inoltre dell’assenza di luoghi d’aggregazione e di servizi pubblici, come l’assistenza domiciliare, che possano rispondere adeguatamente alle necessità della popolazione più fragile». È il sintetico profilo di una vasta area urbanizzata della città sulla spinta delle case popolari, che si estende fino al limitare di Siponto, che traccia Salvatore Coppolecchia, storico presidente dell’associazione di volontariato “SS Redentore” operante dal 1987, che fa capo alla settecentesca chiesa della Croce che domina dall’altro di un altopiano, che da anni attua un vasto e incisivo programma di sostegno alla popolazione.
TRA LE ATTIVITA’ condotte la gestione di una mensa per i poveri, il recupero scolastico, sostegno alle famiglie, la gestione di una Casa famiglia per disabili, iniziative per promuovere la cultura della solidarietà. Un sodalizio umanitario che riscuote grande credito fra la gente e la collaborazione del Comune di Manfredonia, della Caritas diocesana, altre associazioni del volontariato, il Banco alimentare della Puglia. L’ultima acquisizione è l’acquisto con mutuo di un appartamento nelle vicinanze della Casa famiglia «con l’obiettivo di realizzare una Casa solidale dove sperimentare nuove forme di relazioni e rilanciare costruttivi percorsi di vita» spiega Coppolecchia che ha lanciato una raccolta fondi per realizzare un progetto di grande respiro sociale.
«IL PROGETTO si propone – spiega il manifesto pubblico – di ristrutturare l’appartamento acquistato e aprire la Casa Solidale per permettere l’accoglienza di persone in situazioni fragili. Grazie al progetto, sarà possibile creare strutture residenziali autogestite per la convivenza di più persone adulte ed autosufficienti che necessitano di un alloggio per consentire loro di condurre una vita dignitosa».
I FONDI raccolti andranno a finanziare la ristrutturazione dell’immobile acquistato (tre camere da letto doppie, due bagni, un locale soggiorno e cucina) e al necessario arredo, nel quale ospitare sei adulti di età varie, uomini o donne, in difficoltà economiche e senza fissa dimora e dunque di vivere una vita dignitosa, anche oltre la durata del progetto. «Una casa ove sperimentare – è l’auspicio – un nuovo modo di gestire e condividere la povertà, nel quartiere della Croce, con l’obiettivo di replicare in futuro l’esperienza in altre zone della città: pensare ad una città dalla parte degli ultimi significa pensare ad una città per tutti».
LE PREMESSE essenziali per pensare di istituire la figura dell’Operatore di Quartiere: «una figura professionale – spiega Coppolecchia – in grado di accompagnare e supportare gli ospiti della Casa Solidale e del quartiere. La raccolta fondi – indica infine – avviene attraverso Intesa Sanpaolo: le prime donazioni sono arrivate eseguite da 17 sostenitori del progetto».
Michele Apollonio
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