Carenza farmaci non solo in Italia, dalla Francia alla Grecia è allarme: ecco cosa sta accadendo

Non è solo l’Italia a scontare difficoltà nel reperimento di farmaci anche di comune uso. Passando alle contromisure, il governo fra

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Non è solo l’Italia a scontare difficoltà nel reperimento di farmaci anche di comune uso. Passando alle contromisure, il governo francese ha vietato la vendita online di prodotti a base di paracetamolo fino alla fine di gennaio. A invocare «una politica centrale a livello dell’Ue per il problema della carenza di farmaci che affligge tutti gli Stati membri» è stato il ministro della Salute greco Thanos Plevris in una lettera alla commissaria europea Stella Kyriakides.

(AFP)

Le farmacie comunali scrivono al ministro

«Si sta verificando, sempre di più, la mancanza dei farmaci distribuiti dalle farmacie ed è davvero avvilente, per un operatore della salute qual è il farmacista, dare riscontro negativo ai pazienti, mortificandoli con l’impossibilità di fornire loro una importante varietà di medicinali. Le farmacie comunali ritengono non più sostenibile tale situazione». Così in una lettera l’associazione delle farmacie comunali Assofarm, a firma del suo presidente Venanzio Gizzi, inviata al ministro della Salute Orazio Schillaci. «Appare evidente – si legge nella missiva – che il fenomeno dei farmaci mancanti è dovuto in parte alla mancanza di materie prime per la produzione e il confezionamento degli stessi da parte dell’industria, in parte ad una maggiore richiesta di alcuni farmaci per la cura dei contagi influenzali e del Covid-19. Rimane infine da valutare, con serenità ed equilibrio, il fattore riguardante l’esportazione verso Paesi ove il prezzo di alcuni farmaci è più alto rispetto a quello della vendita nel nostro Paese. Le farmacie comunali non praticano tali operazioni e ritengono ingiusto, soprattutto per la popolazione, subirne eventuali conseguenze».

Il peggioramento della situazione in Cina

La decisione di Parigi è dettata dal fatto che le tensioni sui medicinali a base di paracetamolo persistono da più di sei mesi, in particolare nelle tipologie destinate ai bambini. È da tempo che l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali (Ansm) chiede ai farmacisti di razionarne la vendita a ciascun paziente. Già a dicembre il ministero della Salute aveva avvertito che, nonostante queste misure, la situazione rimaneva «complessa» e non si sarebbe risolta prima di diverse settimane. Il governo evidenzia ora il peggioramento della situazione sanitaria in Cina, dove i casi di Covid stanno esplodendo dopo la revoca delle drastiche restrizioni sanitarie. Pechino ha vietato l’esportazione del paracetamolo, mentre il Paese produce gran parte del principio attivo utilizzato dai laboratori di tutto il mondo. Queste difficoltà di approvvigionamento si inseriscono anche in un contesto più ampio di carenza di farmaci a livello comunitario, a cominciare da antibiotici come l’amoxicillina.

Materie prime mancanti

Il problema dell’approvvigionamento di alcuni farmaci è cresciuto in tutta l’Unione «a causa della riduzione della produzione dovuta alla pandemia di Covid-19, alla crisi energetica, alla guerra in Ucraina e alla riduzione del processo produttivo nei Paesi in cui si trovano le materie prime», si spiega nella lettera inviata dal governo greco a Bruxelles. Nelle ultime settimane sono state registrate nelle farmacie significative di prodotti da banco, come gli sciroppi antipiretici e quelli per la tosse ma anche antibiotici e farmaci per inalazione che interessano soprattutto i bambini. Tra gli interventi annunciati dopo un consulto con l’Agenzia greca per i prodotti farmaceutici (Eof) è previsto l’aumento dei prezzi di alcuni medicinali molto economici, in modo che possano essere promossi sul mercato greco e non, come avverrebbe, su quello internazionale dove invece vengono venduti a prezzi più alti.

Le farmacie comunali scrivono al ministro

«Si sta verificando, sempre di più, la mancanza dei farmaci distribuiti dalle farmacie ed è davvero avvilente, per un operatore della salute qual è il farmacista, dare riscontro negativo ai pazienti, mortificandoli con l’impossibilità di fornire loro una importante varietà di medicinali. Le farmacie comunali ritengono non più sostenibile tale situazione». Così in una lettera l’associazione delle farmacie comunali Assofarm, a firma del suo presidente Venanzio Gizzi, inviata al ministro della Salute Orazio Schillaci. «Appare evidente – si legge nella missiva – che il fenomeno dei farmaci mancanti è dovuto in parte alla mancanza di materie prime per la produzione e il confezionamento degli stessi da parte dell’industria, in parte ad una maggiore richiesta di alcuni farmaci per la cura dei contagi influenzali e del Covid-19. Rimane infine da valutare, con serenità ed equilibrio, il fattore riguardante l’esportazione verso Paesi ove il prezzo di alcuni farmaci è più alto rispetto a quello della vendita nel nostro Paese. Le farmacie comunali non praticano tali operazioni e ritengono ingiusto, soprattutto per la popolazione, subirne eventuali conseguenze».

 

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