«Avrai soldi se restituirai il guanto di San Pio»

La reliquia, un guanto appartenuto a San Pio da Pietrelcina, è stata rubata cinque anni fa, nel 2018. E da quel giorno non si è saputo più nulla di qu

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La reliquia, un guanto appartenuto a San Pio da Pietrelcina, è stata rubata cinque anni fa, nel 2018. E da quel giorno non si è saputo più nulla di quell’oggetto sacro trafugato da una teca custodita all’interno dall’istituto delle suore di Santa Chiara a San Giovanni Rotondo, un edificio che sorge nel verde del promontorio accanto al vero miracolo realizzato del santo del Gargano, l’ospedale Casa sollievo della sofferenza, sulla collina che sovrasta l’antico convento con la chiesa di Santa Maria delle Grazie (ma anche la nuova chiesa progettata da Renzo Piano).
Ora però è tornato l’interesse intorno al ritrovamento di quel guanto appartenuto al frate con le stimmate per via di una ricompensa fissata in cinquemila euro ed assicurata da Giuseppe Saldutto, già presidente dell’associazione Pro Padre Pio – l’Uomo della Sofferenza di Torino, che ha chiesto di restituire alle suore di Santa Chiara il guanto di padre Pio dietro il versamento di 5mila euro nel caso in cui chi ha rubato la reliquia si autodenunci all’autorità giudiziaria. Un percorso che appare abbastanza difficoltoso.

padre Pio

Va aggiunto che il furto sacrilego – come precisato anche dalla provincia religiosa Sant’Angelo e San Pio di Foggia – fu regolarmente denunciato ai Carabinieri ma in tutti questi anni nessun elemento di novità è stato raccolto dagli investigatori e comunicato alle suore di Santa Chiara. Il monastero di San Giovanni Rotondo è un luogo molto frequentato per via dell’acqua miracolosa che fuoriesce da un ambiente del convento delle suore che, una trentina di anni fa, e comunque prima del furto sacrilego, furono testimoni di un fatto soprannaturale: un vetro rotto sotto gli occhi di alcune persone – di cui sei suore più un laico – si ricompose durante un grande bagliore. Il caso fu materia di indagine da parte di padre Gerardo Saldutto, ex tesoriere della provincia religiosa Sant’Angelo e San Pio, che per conto dei Cappuccini di padre Pio ordinò l’analisi scientifica del vetro. Ebbene, dopo l’analisi il responso fu molto sorprendente: il vetro infatti si era ricomposto con un materiale sconosciuto alla scienza moderna.

Dopo quell’episodio ritenuto miracoloso, migliaia di persone in visita alla tomba di Padre Pio si recano in quel luogo per chiedere le grazie e le intercessioni del frate santo. Un caso simile, e cioè il furto di reliquie appartenute a Padre Pio, fu tentato sempre a San Giovanni Rotondo ben 21 anni fa quando ignoti entrarono nella cappella del cimitero dove sono seppelliti molti frati cappuccini. L’obiettivo dei ladri era quello di forzare una teca nella quale erano custodite alcune reliquie appartenute a Padre Pio. In una cassetta contenuta in una teca trasparente – e sistemata nel 2001 quando la cappella fu consacrata – erano infatti conservate una pezza che il frate utilizzava per tamponare le ferite del costato e una ciocca di capelli. I ladri tuttavia non riuscirono tuttavia a portare via i materiali dalla teca all’interno del cimitero.

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