Il ‘centrodestra identitario’ gioca un’altra carta alle Provinciali: si fa strada l’alternativa Di Mauro

La proposta di Gianni Rotice candidato presidente era sembrata quasi una provocazione della Lega, e l’alternativa di Primiano Di Mauro lanciata al fot

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La proposta di Gianni Rotice candidato presidente era sembrata quasi una provocazione della Lega, e l’alternativa di Primiano Di Mauro lanciata al fotofinish aveva indispettito gli alleati, eppure non appare così peregrina. Mancherebbero una trentina di firme alle 118 per la presentazione della sua candidatura a presidente della Provincia di Foggia.

“Non è facile, ma potrebbe essere una possibilità. Sicuramente, stiamo cercando di capire se ci sono margini per questa opzione”, conferma il segretario provinciale Daniele Cusmai. I salviniani, insomma, stanno sondando il terreno. “Stiamo ascoltando gli amministratori e stiamo valutando il da farsi”, ha risposto in prima battuta alla fatidica domanda sul sostegno o meno a Nicola Gatta, per poi scoprire le carte.

Tre partiti del centrodestra, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc, hanno scelto il presidente uscente che, nonostante l’ultima fumata nera del tavolo della coalizione, all’indomani dell’ennesima riunione aveva annunciato la sua candidatura, battendo sul tempo i partiti, anche solo per smuovere le acque impantanate. Nei giorni immediatamente precedenti raccoglieva le firme, incurante dell’esito dei vertici. La Lega, invece, avrebbe voluto che fosse il centrodestra a indicare il candidato presidente e non che fosse la coalizione a seguirlo.

Negli ultimi giorni, sui social, il sindaco di Lesina, Primiano Di Mauro, ha iniziato ad allargare i suoi orizzonti, guardando al futuro di tutta la terra di Capitanata, segno che probabilmente ci crede, come ha sempre creduto nelle sinergie. Solo quest’estate, stringeva la mano al presidente della Provincia sulla Sp35 che collega Lesina alla sua Marina, messa in sicurezza dopo 20 anni, promessa mantenuta, e ora potrebbe provare a soffiargli il posto, per quanto la strada sia in salita.

A bollare come “divisiva” la candidatura dell’uscente Nicola Gatta sono stati anche Antonio Potenza, sindaco di Apricena, e Paolo Dell’Erba, consigliere regionale, considerati ormai inseparabili, entrati in Forza Italia nella primavera scorsa dopo essere stati corteggiati, e fin qui in religioso silenzio nonostante alcune divergenze di vedute. È proprio Potenza, allergico alle semplificazioni giornalistiche, a sviscerare il tema e a parlare di un “cortocircuito”, ma anche a svelare che la mossa del presidente uscente di raccogliere le firme in anticipo avrebbe contrariato tanti amministratori. Snocciola le questioni politiche messe sul tavolo .“Partiamo da un presupposto: Nicola Gatta ha iniziato a raccogliere le prime firme, come abbia fatto non lo so, da più di due mesi”, afferma Potenza, che ha appreso questa informazione direttamente dagli amministratori, non solo di centrodestra, “a testimonianza che lui è trasversale”.

Il tavolo ha cominciato a riunirsi da un paio di mesi. “Non c’era alcuna preclusione alla sua candidatura, a condizione che ci fosse una discussione franca, serena, sincera, limpida e trasparente, che il centrodestra si identificasse nella sua figura e, soprattutto, è stato chiesto fin da subito se lui fosse un uomo di centrodestra e si dichiarasse tale, cosa che non ha mai voluto fare – racconta il sindaco Potenza – Su questo tema la discussione si è andata un po’ ad annacquare, perché ci sono stati dei soggetti che volutamente non hanno voluto far approfondire la discussione per poi riaprirla all’ultimo, qualche giorno fa, quando ha detto di essere di centrodestra, fermo restando che non lo ha mai dichiarato apertamente, perché si ritiene un civico. Se fosse stato di centrodestra, del resto, non avrebbe giocato su mille tavoli, non un anno fa, ma due mesi fa alle elezioni politiche”.

Diverse anime del centrodestra avrebbero espresso perplessità, e non solo “il gruppo che fa riferimento a questa parte di Forza Italia”, per quanto si continui a parlare del duo Potenza-Dell’Erba, circostanza che neanche gli dispiace, “perché ci identificano come un gruppo coeso, solido e soprattutto elettoralmente parlando importante, considerato che la mia lista, meno di un anno fa, ha preso più voti sia di Fratelli d’Italia che di Forza Italia”. Al netto dei numeri, però, anche all’interno del loro partito hanno provato a esprimere l’esigenza di una alternativa, considerata la mancanza di unità d’intenti e condivisione politica sul nome di Nicola Gatta. “Forza Italia, purtroppo, mi dispiace dirlo, non ha parlato. Hanno deciso praticamente in solitaria Giandiego Gatta e Raffaele Di Mauro, non so per quali motivazioni particolari”. Ringrazia Gianni Rotice, “perché si è reso disponibile, è un sindaco che ha il massimo del mio rispetto, che ha fatto un risultato storico”. Avrebbe accettato di essere della partita, a quanto si apprende, se il tema fosse stato di carattere identitario. Ma la proposta non sarebbe stata presa in considerazione. “Questa cosa, purtroppo, è venuta fuori troppo tardi, dopo due mesi, perché c’era qualcuno che voleva far perdere tempo, perché aveva già deciso probabilmente in qualche stanza che dovesse essere Nicola Gatta il candidato. Quando la Lega ha rotto gli indugi, ha proposto l’autorevole candidatura di Gianni Rotice e ha chiesto al tavolo di esprimersi, purtroppo, il tavolo di centrodestra non si è voluto esprimere. Noi abbiamo detto che per noi qualsiasi candidatura sarebbe andata bene”, purché non fosse quella del presidente uscente. E così smonta anche la “bufala” del veto a Rotice.

Sarebbero “tanti”, a sentire Potenza, gli amministratori che non condividono la candidatura di Gatta, perché “è stato un uomo solo al comando”, o anche solo per una questione identitaria. Non c’è stato verso, a quanto racconta, di trovare un candidato di centrodestra inclusivo, nonostante i tentativi di preservare l’unità del centrodestra. “A quel punto, abbiamo preso atto che c’è stato un muro da parte di queste poche persone che hanno deciso, che poi avrebbero la rappresentatività politica di alcuni partiti. Non c’è stato un minimo di discussione, anzi, l’hanno soffocata in nome della continuità – spiega il sindaco di Apricena – Di Mauro sicuramente è un sindaco di centrodestra, che raccoglie varie anime. La linea che fa riferimento a lui non è della Lega, ma di un centrodestra identitario, mentre la linea di Nicola Gatta è civica, appoggiata da una parte del centrodestra. Io ho messo in evidenza la necessità di non creare strascichi, perché la discussione non ha portato ad una sintesi. Ho cercato di far fare un passo indietro a Gatta. Gli ho ricordato che è stato un uomo molto fortunato perché quattro anni fa, da un comune così piccolo, è stato appoggiato dai civici di Emiliano, forse qualcuno non lo ricorda, e dal centrodestra, e ad un certo punto, se il giudizio non è unanime, dovrebbe essere riconoscente e fare un passo indietro, creandosi una linea di credito nei confronti del centrodestra, dimostrando grande maturità politica”. Ma lui, si sa, non ha alcuna intenzione di rinunciare al bis.

“Purtoppo, non si è avuto il coraggio di fare una seria scelta identitaria – continua Potenza – Molti amministratori di centrodestra hanno esternato una serie di perplessità su come ha lavorato Gatta. Non si è aperta la discussione sugli uffici: mi risulta che ne abbiamo una serie, tipo l’Ambiente, che è ingolfato con centinaia di procedimenti bloccati”. E quindi, ognuno per la sua strada. “A questo gioco, in democrazia, non tutti ci sono stati e serenamente, senza litigare, è successo già altre volte, ci sarà chi appoggerà una linea più identitaria, dell’area di centrodestra – conclude Potenza – e chi cercherà di appoggiare una candidatura che rappresenta la continuità, ma non è sicuramente e puramente di centrodestra”.

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