Spreco alimentare, il decalogo per un Natale sostenibile

Dalla spesa alla raccolta dell'umido: il Natale può essere sostenibile anche a tavola grazie al decalogo Enea contro gli sprechi alimentari. Sul front

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Dalla spesa alla raccolta dell’umido: il Natale può essere sostenibile anche a tavola grazie al decalogo Enea contro gli sprechi alimentari. Sul fronte alimentare, Enea è in prima linea con la Divisione ‘Biotecnologie e agroindustria’ nel realizzare alimenti meno deperibili, processi di produzione più sostenibili, packaging biodegradabili, soluzioni contro le frodi alimentari e nuovi materiali, integratori e nutraceutici da scarti alimentari.

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Ecco le strategie suggerite dall’Agenzia: pianificare il reale quantitativo di cibo necessario per un pasto medio, prestando attenzione a quanto cibo è ancora presente nel frigo; valutare durante la spesa le scadenze dei vari prodotti in modo da acquistare solo ciò che serve o ciò che può essere reimpiegato in seguito; attenzione alle informazioni su tecnologie o ingredienti nelle etichette degli alimenti che aiutano a limitare lo spreco alimentare, ponendo in avanti nel frigo gli alimenti che scadono prima; prediligere i prodotti di stagione e quelli che hanno indicato il destino del packaging a fine ciclo per ridurre la porzione indifferenziata dell’immondizia; provvedere al condimento di cibi freschi o crudi solo al momento di servirli, in modo da conservarli per pasti successivi se non vengono consumati al momento.E ancora: valutare al momento della raccolta degli avanzi la quantità di cibo che si può riutilizzare nei giorni successivi, invitando gli ospiti a portarne parte con sé o congelandoli prima che si deteriorino in confezioni di piccole dimensioni; utilizzare gli avanzi di cucina per creare nuove pietanze e utilizzare la frutta e la verdura troppo matura o ‘ammaccata’ per preparare frullati, zuppe o dolci; collaborare con le iniziative locali contro lo spreco alimentare, donando il surplus alimentare alle onlus attive nella propria città; preferire cibi biologici in quanto prodotti con meno energia, meno emissioni di CO2 in atmosfera e meno fertilizzanti e fitosanitari di sintesi; conferire gli avanzi di cibo e gli shopper biodegradabili nella raccolta dell’umido per trasformarli in compost.

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