Sono 139mila 750 i cittadini stranieri residenti in Puglia, il 3,6 per cento della popolazione regionale. Il 19 per cento dei cittadini stranieri sono
Sono 139mila 750 i cittadini stranieri residenti in Puglia, il 3,6 per cento della popolazione regionale. Il 19 per cento dei cittadini stranieri sono minori, 54mila gli occupati, 18mila 504 gli studenti. Sono alcuni numeri illustrati durante la presentazione del Dossier statistico immigrazione 2022, una delle più importanti indagini promosse annualmente in Italia sul fenomeno migratorio. L’evento, ospitato dalla Cgil Puglia – da quattro anni partner di Idos e sostenitrice della ricerca – ha ospitato numerosi rappresentanti istituzionali e rappresentanti di comunità straniere e associazioni. Le conclusioni asono state affidate alla segretaria confederale della Cgil nazionale, Tania Scacchetti.
A introdurre il Dossier è stato Antonio Ciniero, docente dell’Università del Salento e componente della redazione regionale Centro studi e ricerche Idos. “Il Dossier ci racconta come è cambiata l’Italia e assieme al Paese i fenomeni migratori. Sono 32 anni che siamo destinatari di flussi migratori, ma nel contempo assistiamo a un grave ritardo della politica rispetto alle istanze di eguaglianza di diritti che pongono quelli che ormai sono oltre 5 milioni cittadini: persone che non sono qui da ieri. Il dibattito pubblico sull’immigrazione è sempre tutto sbilanciato sugli sbarchi, ma c’è una realtà importante di processi di stabilizzazione che interessa cittadini stranieri”.
La provincia di Bari è quella che concentra il maggior numero di presenze straniere (43mila 832, il 31,4 per cento di tutti gli stranieri residenti in regione) e al secondo posto c’è quella di Foggia (32mila 277), che registra la più alta incidenza di cittadini stranieri sul totale della popolazione (5,4 per cento). Seguono, in ordine decrescente, le province di Lecce (26mila834), Taranto (15mila 65), Brindisi (11mila 277) e Barletta-Andria-Trani (10mila 465). La maggioranza degli stranieri che risiedono in Puglia provengono dal continente europeo (51,9 per cento) e in particolare dall’Unione europea (30,3).
In dieci anni gli studenti stranieri nelle scuole pugliesi sono aumentati del 35,5 per cento, mentre quelli stranieri nati in Italia sono più che raddoppiati passando da 4mila 221 iscritti nell’anno scolastico 2010-2011 agli attuali 9mila 857. Rispetto alla tipologia professionale, il 47,9 per cento svolge un lavoro manuale non qualificato, il 36,4 è impiegato come addetto alle vendite o nei servizi alle persone, il 12,5 svolge un lavoro manuale specializzato e soltanto il 3,1 per cento svolge una professione intellettuale o tecnica o è inquadrato come dirigente.
“C’è un tema di legalità, di giustizia sociale, ma se vogliamo anche di interesse sociale, perché i lavoratori se portati in una filiera della legalità andrebbero ad arricchire le nostre casse previdenziali”, ha commentato il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo. “Possiamo poco se una legge così restrittiva come la Bossi-Fini non viene modificata: c’è un livello nazionale che ha responsabilità, sperando non possa peggiorare passando da una Bossi-Fini a una legge Meloni-Salvini”, ha detto ancora Gesmundo.
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